Rosarno, 2 settembre presentazione del primo CATALOGO d’ARTISTA di ADRIANO FIDA.

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Venerdi 2 settembre a Rosarno, presso il Parco Archeologico si terrà la presentazione del primo CATALOGO d’ARTISTA di ADRIANO FIDA, con l’intrattenimento musicale di Giuliana Zungri, al flauto traverso.
Interverranno: Giuseppe Idà, sindaco di Rosarno, Giuseppe Lacquaniti, professore e storico, Marco Dionisi, curatore d’arte, Ferdinando Creta, critico d’arte,  Vincenzo Innocenti Furina, editore e Roberto Bilotti Ruggì d’Aragona.
Evento patrocinato dal Comune di Rosarno.

L’ARTISTA ADRIANO FIDA (biografia)

Reggio Calabria, 1978.
Adriano Fida è un pittore giovane, ma che nel proprio bagaglio culturale vanta uno studio accurato e quasi maniacale di tutto ciò che è materia, colore, anatomia, ricerca degli elementi primordiali da lavorare, impastare e poi riproporre sulla tela. Agli esordi, dopo aver frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria, è decisivo l’incontro a Torino con Silvano Gilardi (in arte “Abacuc”) . Negli anni torinesi, sotto la sua ala protettiva, Fida assorbe dal proprio Maestro quanto più può, distinguendosi nella tecnica dell’affresco e nel trattamento della materia, perfettamente adagiate su una pittura la cui cifra stilisca appare ora certa e raffinata. Un mix perfetto (che gli consente di essere selezionato per il nuovo affresco del Macam di Maglione, TO), per cui l’artista non smette di lavorare, apportandovi ciò che di più prezioso custodisce nella propria anima: le sue origine. La Calabria, terra natìa, luogo di forti credenze popolari e storie mitologiche. Terra che all’origine fu Patria delle popolazione italiache, poi Magna Grecia.

Giunto a Roma e curato dalla galleria Collezionando Gallery, Fida risente positivamente del passato della propria terra, lo ha nel proprio sangue e lo trasmette attraverso la sua arte. Il suo percorso parte dalla terra generosa e feconda da cui nasce il frutto, il simbolo su cui l’autore compie la sublime metafora della nascita e dello sviluppo dell’uomo in simbiosi con la natura (ciclo pittorico delle nature morte). L’uomo è il frutto e a questo si accompagna in tutti il suoi processi evolutivi, dalla fase embrionale sino alla morte. Sono questi gli anni, dal 2009 al 2014, in cui l’artista è chiamato a presentare i propri lavori in sedi di prestigio, ottenendo un ottimo riscontro di pubblico e critica: a Roma (Galleria l’Agostiniana di piazza del popolo e Macro Testaccio), Napoli (Castello Maschio Angioino), Firenze (Palazzo Medici Riccardi), Milano (Affordable Art Fair)

Pur iniziata nel 2012, nel 2014 l’artista pone le basi per la sua personalissima metamorfosi pittorica e tematica: Fida agisce coerentemente con le sue origini e lo fa rendendosi portavoce della rinascita di un simbolo mortale, l’uomo, ora non più legato – come negli anni precedenti – al proprio ciclo vitale in relazione con la natura, ma elevato a divinità. Sono queste le basi del suo nuovo orientamento artistico, che esploderà definitivamente nel 2015 con una serie di opere incentrate sul mito. Mito come eredità lasciata dagli antenati nella tradizione scritta e orale, mito come riscatto dell’uomo contemporaneo mediante immagini evocative, che emergono con realistico vigore figurativo. Nelle storie mitologiche immortalate sulla tela dall’autore, i protagonisti contrastano con lo stereotipo della classicità e assumono mediante il ritratto le sembianze dell’uomo comune. Fida infatti, pur attingendo alle pure e convenzionali fonti mitologiche tramandate, ne ricerca i soggetti nella contemporaneità, nei volti e nelle fattezze umane di propria conoscenza. Si ispira, in sintesi, alle caratteristiche fisiche che riscontra nel quotidiano, poi elaborate nella personificazione del divino.

Questa fase artistica porta i suoi primi frutti nel 2015, quando viene selezionato da Vittorio Sgarbi per la mostra Expo Arte Contemporanea nell’ambito di Expo Milano 2015, al termine della quale riceve il primo premio sezione pittura. Nell’estate dello stesso anno è uno degli artisti di spicco (chiamato a rappresentare il proprio territorio) della Biennale Internazionale della Calabria. È però nel 2016 che l’artista presenta al pubblico il complesso della sua ultima produzione sul mito, esponendo presso i prestigiosi spazi espositivi di Palazzo Flangini a Venezia con la mostra “Mythomorphosis”, un percorso antologico dal basso verso l’alto (dalla terra al mito) che, partendo dalle proprie radici pittoriche, mette in luce l’evoluzione artistica sin qui condotta.

ADRIANO FIDA. DIPINTI

Il primo catalogo d’artista del maestro Adriano Fida, edito dalla casa editrice Artemide (Roma). Oltre cento dipinti raccontano il percorso e l’evoluzione artistica del pittore calabrese dal 2004 a oggi. Le opere, introdotte dal Prof. Ferdinando Creta e selezionate dal curatore Marco Dionisi in concerto con l’artista, sono analizzate mediante il contributo critico dei Prof. Wang Duanting e Luca Misiano e commentate dall’intervento di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona. Un lavoro completo, in grado di evidenziare la produzione artistica di Fida dal concepimento alla realizzazione ultima dell’opera, dalla bozza – su cui prendono forma le idee primordiali – al prodotto finale sulla tela.

«Se il mondo che abitiamo ha ispirato l’arte di ogni epoca, Adriano Fida, dipingendo i suoi sogni, compie la sua poetica, e lo fa in modo nuovo. Le sue esplorazioni, rigorosamente calcolate e misurate, lo fanno avventurare nei luoghi – vicini e lontani – della memoria. Le sue pennellate sono delle vere e proprie performance di lunga durata in situazioni naturali, isolate e incantate, in cui egli interviene modificando precariamente l’assetto originario del supporto. Il disordine naturale viene da lui trasformato in ordine artificiale. E’ così che le linee, i tratti del suo disegno diventano immagini di apparente semplicità formale ma di straordinaria e complessa valenza simbolica». Ferdiando Creta, critico d’arte.

«Le profonde radici classiche dell’artista sono alimentate e rivitalizzate dall’anelito di un vento lontano e proveniente dalle più lontane culture e civiltà passate giunte fino a noi; dando corpo cromatico a forme visive tanto reali e concrete sia pur nella loro essenza metafisica e surreale. L’Idea, è più reale della realtà stessa in quanto esprime con forza il principio di ogni sua proiezione nell’esistente. Sia quando dipinge “nature morte” o “ritratti”, la luce che illumina ed esalta la meraviglia delle sue opere, sembra originare da un tempo infinito e distante, ma sempre vibrante e sollecita a sublimarne pienamente tutta la loro essenza». Wang Duanting, Professore della National Academy of Arts.

«La luce che irradia nei suoi dipinti esaltando il minimo dettaglio di corpi e cose tra loro, è bagliore che accende per un istante il nostro tempo alla ricerca lucida ed accurata dei suoi frammenti sopravvissuti. La pratica dell’Arte è nel principio recupero di un sapere che passa attraverso il “saper fare”, prima ancora del generare la minima azione estetica. La materia cromatica trattiene in sé il mistero del suo infinito potenziale espressivo. Prepara i colori nel pestello secondo la tradizione dei maestri del passato, unendosi idealmente ai suoi predecessori e al loro insegnamento». Luca Misiano, critico d’arte.

«I suoi soggetti riecheggiano la Magna Grecia con i suoi miti e i suoi eroi, memoria intima delle sue origini, della sua natia Rosarno. Dalle pennellate affiora istintuale una reale potenza figurativa, che tra stereotipi della classicità e rinnovate sembianze di ritratti o soggetti scelti, in una complessità psicologica mai celata, prelude a una ricerca espressiva di marcato realismo». Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona.

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