Ci risiamo come ogni anno puntuale come l’inverno ancor prima dell’arrivo del grosso degli immigrati a Rosarno giungono i moniti da parte di associazioni e sindacati i quali avvertono come “in migliaia sono in procinto di raggiungere, anche quest’anno, la zona tra Rosarno e San Ferdinando, nell’area dove nel 2010 scoppiò la rivolta degli immigrati che lamentavano condizioni di sfruttamento”. Secondo le stime saranno circa quattromila tra senegalesi, ghanesi e congolesi pronti a lavorare nelle campagne per la raccolta delle clementine e delle arance. Ed i rischi segnalati sono sempre gli stessi: “il caporalato, che sfrutta la forza lavoro concedendo paghe quasi da fame per orari al limite dell’umano, e le condizioni legate all’ospitalità precaria e ai limiti della sostenibilità dei lavoratori.”
Stessi allarmi, stessi problemi che vengono sollevati ormai dal 2010 anno della “storica” rivolta, che però sono rimasti sempre inascoltati ed utilizzati spesso solamente come manifesto, in una terra abbandonata da Dio e soprattutto dagli uomini. Qualcosa però è cambiata pensandoci bene, un’agricoltura sempre più in ginocchio, con i prezzi di arance, clementine e quest’anno anche kiwi sempre più giù. Un campo, quello dell’agricoltura (così come quello dell’immigrazione), dove la convegnistica la fa da padrona cui però non seguono risposte adeguate.
E quindi… Pronti, partenza via! Si riparte, chiacchere tante, soluzioni poche, ci vediamo il prossimo anno con gli stessi identici proclami.
A.Z.