Rosarno – caso di scabbia a scuola: la denuncia delle mamme e la risposta delle istituzioni
Rosarno – A seguito della denuncia di un gruppo di mamme, pervenuta presso la nostra redazione e riguardante un caso di scabbia all’interno dell’istituto Marvasi Vizzone, abbiamo voluto approfondire la questione, interpellando anche la Dirigente della scuola e l’amministrazione comunale, nella persona del Sindaco, Pasquale Cutrì e della Dottoressa Elia dei Servizi sociali. Gli stessi hanno risposto alle domande e alle illazioni che il gruppo mamme ha fatto contro la scuola. In particolare è stata denunciata la mancata sanificazione degli ambienti, e la gestione “non corretta” (sempre secondo le mamme) della situazione.
Riportiamo integralmente quanto a noi arrivato.
La denuncia delle mamme
“ Sono arrabbiata per la gestione di ciò che è successo, partendo dall’ ingresso dei bambini nella scuola senza i dovuti controlli sanitari, a ciò che sta succedendo ora, con informazioni frammentarie e che creano solo insicurezza. Se la scuola fosse più trasparente e corretta ci informerebbe in modo dettagliato e magari ci sarebbe meno allarmismo”:
“Il punto è che non ci sentiamo ascoltate e non c’è sufficiente informazione e trasparenza sulla gestione della situazione. È frustrante e preoccupante quando non si sente di avere il controllo sulla salute e sulla sicurezza dei propri figli. Noi in quanto genitori abbiamo il diritto e il dovere di essere informati nella gestione della salute e della sicurezza dei nostri figli”;
“Siamo stati coinvolti in una situazione che si sarebbe potuta benissimo evitare non essendo scuola dell’obbligo, inserire un bambino in un contesto scolastico senza i dovuti accertamenti è stato azzardato. Questo ha creato panico e sconforto nelle famiglie perché parliamo dei bambini si ma quei bambini hanno fratelli, zii, nonni, hanno attività pomeridiane. Siamo arrabbiati e non ci sentiamo tutelati dalla scuola in primis a da tutte le figure coinvolte. Il diritto allo studio è di tutti i bambini, ma anche il diritto alla salute lo è e questo diritto ci è stato negato senza nessun consenso da parte nostra. Abbiamo ricevuto informazioni parziali perché la privacy è più della salute pubblica, tutelando il singolo a discapito della comunità”;
Ma c’è anche chi ha adoperato parole più “dure” nei confronti delle istituzioni e non solo.
“ A mio parere l’asp non ha disinfettato e la dirigente dovrebbe prendere precauzioni.
Il bambino che vive in degrado non lo vogliamo nella nostra scuola perché se oggi ha portato la scabbia domani ne porta un’altra.
Stiamo parlando di bambini non di animali. Da anni non arriva mai una circolare che disinfettano”.
Un gruppo di mamme si dissocia
Ci teniamo a specificare però che un altro gruppo di mamme, avendo appresso della denuncia mediatica, ci ha scritto per esprimere anche la propria idea. Contattate telefonicamente, le mamme in questione si sono dissociate dall’atteggiamento ostile nei confronti della scuola e del bambino, sostenendo anzi che a seguito delle circolari, la prima emessa nel giorno 4 aprile e la seconda, in data 7 aprile, la scuola ha immediatamente attivato i protocolli del caso. Inoltre le stesse mamme si chiedono come sia possibile prendersela con un bambino, la cui unica “colpa” sarebbe stata quella di nascere e vivere in un contesto “diverso” dal nostro.
La risposta delle Istituzioni
Il sindaco e Dottore Pasquale Cutrì, e la Dirigente scolastica Daniela Quattrone, vogliono rassicurare tutti coloro che si sentono “presi in giro” in questa situazione, che sembra avere generato paura e apprensione.
Come si può leggere nella circolare inviata dall’Asp sono state menzionate le indicazioni operative da mettere in atto per i conviventi e per il caso interessato.
Inoltre nella prima circolare emessa dall’Istituto scolastico è stato evidenziato quanto segue:
“A garanzia dell’igiene ambientale la Dirigente ha predisposto che il personale Ata (CS) della scuola intensificherà, sin da oggi,(4 aprile) comunque le normali pulizie su tutti i plessi infanzia Via Elena e Via Convento. Si confida nella consueta collaborazione”.
Nella seconda circolare inviata il lunedì 7 aprile la Dirigente e Biologa, Dott.ssa Quattrone, ha specificato come la scuola “Dal giorno in cui è pervenuta l’informazione, stia provvedendo a una pulizia approfondita e accurata dei locali con un detergente ad alta potenza germicida e battericida”, allegando alcune informazioni sulla malattia, oltre che le indicazioni operative provenienti dall’ASP.
“Che cos’è la scabbia?
La scabbia è un’infestazione della pelle da parte dell’acaro umano (Sarcoptes scabiei var. hominis).
L’acaro della scabbia scava caratteristici cunicoli nello strato superiore della pelle, dove vive e depone le uova. I sintomi più comuni della scabbia sono un intenso prurito e manifestazioni cutanee simili a brufoli.
L’acaro della scabbia di solito si diffonde per contatto diretto, prolungato (circa 3-5 min),
pelle a pelle con una persona che ha la scabbia.
La scabbia si trova in tutto il mondo e colpisce persone di tutte le razze e classi sociali.
Può diffondersi rapidamente in condizioni di sovraffollamento, dove il contatto corpo a corpo è più frequente.
Istituzioni come case di cura, strutture di assistenza con possibilità di pernottamento, strutture per anziani e carceri sono spesso sede di focolai di scabbia.
Anche le strutture per bambini sono un luogo comune di infestazioni da scabbia.
Quanto tempo dopo l’infestazione iniziano i sintomi della scabbia?
Se una persona non ha mai avuto prima la scabbia, i sintomi possono richiedere fino a 2-6 settimane per iniziare. È importante ricordare che una persona infestata può diffondere la scabbia durante questo periodo, anche se non ha ancora i sintomi. In una persona che ha già avuto la scabbia in precedenza, invece, i sintomi appaiono di solito molto prima: da 1 a 4 giorni dopo l’esposizione.
Quali sono i segni e i sintomi dell’infestazione da scabbia?
I segni e sintomi più comuni della scabbia sono un prurito intenso, soprattutto di notte, e un’eruzione cutanea (papulare) simile a brufoli. Le zone più colpite sono il polso, le pieghe tra le dita, il gomito, l’ascella, il capezzolo, il pene, l’inguine, la vita, la zona periombelicale, la linea della cintura e i glutei.
L’eruzione cutanea può anche includere minuscole vescicole e squame. Il grattamento delle eruzioni cutanee può causare irritazioni; queste piaghe a volte vengono infettate dai batteri.
A volte, appena sotto la superficie della pelle, sono visibili i cunicoli scavati dalle femmine dell’acaro.
Queste appaiono come minuscole linee rialzate a forma di virgola nelle zone tipiche, che possono assumere un colore grigio-bianco. Poiché gli acari spesso sono pochi (solo 10-15 acari a persona), queste tane possono essere difficili da trovare. La testa, il viso, il collo, il palmo delle mani e le piante dei piedi sono raramente colpite tranne nei neonati e nei bambini molto piccoli, o in persone con immunosoppressione.
Come si può prendere la scabbia?
La scabbia di solito si diffonde per contatto diretto, prolungato, pelle a pelle con una persona affetta da scabbia. Il contatto generalmente deve essere prolungato; una rapida stretta di mano o un abbraccio di solito non diffonde la malattia. La scabbia si diffonde facilmente ai partner sessuali e ai membri della famiglia. Negli adulti è spesso acquisita per via sessuale. A volte si diffonde indirettamente condividendo articoli come vestiti, asciugamani o biancheria da letto usati da una persona infestata, ma tale diffusione indiretta è tipica della scabbia crostosa (norvegese).
Per quanto tempo possono vivere gli acari della scabbia?
Su una persona, gli acari della scabbia possono vivere fino a 1-2 mesi. Nell’ambiente gli acari di solito non sopravvivono più di 48-72 ore, e muoiono rapidamente se esposti a una temperatura di 50°C per 10 minuti.
Chi dovrebbe essere trattato per la scabbia?
Chiunque abbia una diagnosi di scabbia, così come i suoi partner sessuali e altri contatti che hanno avuto un prolungato contatto pelle a pelle con la persona infestata, deve essere trattato. Il trattamento preventivo è raccomandato per i membri della stessa famiglia della persona affetta da scabbia, in particolare per le persone che hanno avuto un contatto prolungato pelle a pelle con la persona infestata anche in assenza di sintomatologia. Tutte le persone devono essere trattate contemporaneamente per prevenire la re-infestazione.
Come posso rimuovere gli acari della scabbia dalla mia casa o dal tappeto?
Gli acari della scabbia non sopravvivono nell’ambiente più di 2-3 giorni. Oggetti come biancheria da letto, indumenti e asciugamani usati da una persona con la scabbia possono essere decontaminati lavando in lavatrice in acqua calda (a 60°), possibilmente asciugando con il ciclo caldo o a secco.
Il sindaco Pasquale Cutrì, Dottore affermato, ha confermato quanto sopra riportato, invitando tutti i genitori a non creare panico o allarmismi, su una malattia contagiosa, ma non mortale. E specificando come dalla scoperta del caso siano stati adottati tutti i protocolli necessari, sia da parte della scuola che dei servizi sociali.