Rosarno- concorso “Giornalista per un giorno”, gli articoli dei vincitori

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In occasione dell’evento “Diamo uno schiaffo al bullismo“- partita studenti contro professori, organizzato da AndreaCogliandroEventi, la redazione Zmedia ha indetto il concorso Giornalista per un giorno, rivolto agli studenti delle scuole elementari e medie. I vincitori del concorso, hanno ricevuto un buono da 50 euro da spendere in cartoleria, oltre alla pubblicazione degli articoli sulla testata giornalistica. Grande gesto di solidarietà ed esempio, quello della classe vincitrice sezione scuola elementare, la Vb di Maria Zita, ha deciso infatti di donare il loro “premio” ad un bimbo bisognoso. La vincitrice per la sezione scuole medie è Gemma Messina della classe III E Istituto Scopelliti Green.

Articolo classe V b

Il CORAGGIO DI GIUSEPPE- Finalmente con le spalle al muro il bambino che per mesi ha terrorizzato quasi l’intera classe della scuola primaria “Verdi” di Calabropoli.

Viso scarno e occhioni neri, era solito arrivare presto a scuola, dove ad aspettarlo c’erano i suoi fedeli complici,  che anche loro per paura assecondavano ogni sua richiesta. Le sue vittime erano bambini incapaci di difendersi e reagire che per paura delle minacce subite si erano chiusi in un assoluto silenzio. Lella, racconta che tutte le mattine era costretta a portargli la merendina altrimenti i calci e i pugni le avrebbero fatto tanto male e poi aveva vergogna della sua debolezza e della sua incapacità di reagire. Francesco subiva insulti e veniva deriso in continuazione. “ Ogni offesa era per me un pugno nello stomaco” afferma Francesco, con gli occhi pieni di lacrime. Ma grazie al coraggio di Giuseppe che finalmente viene messo fine  a questa triste vicenda di bullismo. “Non ho sopportato più vedere i miei compagni umiliati e derisi e sono andato subito dalla maestra”, dice Giuseppe.  Quel giorno aveva proprio esagerato: aveva strappato le pagine del libro d’italiano e di alcuni quaderni, e insultato con parole offensive il mio compagno. Lui stava molto male ma aveva paura di dirlo alla maestra. Giuseppe, nonostante le minacce, racconta tutto alla sua insegnante e il bullo viene finalmente incastrato. La maestra, ha elogiato Giuseppe per aver avuto il coraggio di raccontare tutto e ha esortato tutti i bambini a non avere paura di parlare perché chi assiste ad atti di bullismo e fa finta di non vedere o per paura o per altro, diventa involontariamente complice.

Artcolo Gemma Messina III E 

Una volta, durante la pausa ho chiesto alla professoressa di andare al bagno: scesi le scale, e cominciai a sentire della parole poco carine rivolte da dei ragazzoni contro un mio conoscente che ha la mia stessa età e col quale ho avuto modo di parlarci durante un’attività extrascolastica, quella di musica. È bravissimo a suonare la chitarra e da lui ho imparato molto. Quel giorno pero erano gli altri a voler imparare da lui, ma a suon di schiaffi! I bulli lo hanno condotto nel bagno e hanno cominciato a scuoterlo: avrebbero fatto finire la sua faccia nell’acqua del water se non avesse suggerito loro durante il compito di matematica. Dopo averlo minacciato più volte sono intervenuta io. Dico la verità ho avuto tanta paura, ma nella mia testa sono risuonate le parole della mamma: “Aiuta sempre chi ha bisogno di te per essere felice con gli altri”. Non so chi mi ha dato il coraggio, ma ho affrontato quei bulli dicendo loro che se non avessero lasciato in pace quel mio amico, avrei chiamato mio padre, che di lavoro fa il carabiniere. In realtà, mio padre non fa parte delle forze dell’ordine, però in quel momento, è stata l’unica cosa che mi è venuta in mente. Mostrandomi decisa, hanno lasciato il mio compagno e mi hanno detto che non lo avrebbero mai più minacciato. Hanno mantenuto la parola e io, da qual gesto, ho trovato un vero amico: adesso, oltre ad avere imparato a suonare la chitarra per merito suo, passo tanto tempo in sua compagnia e ho scoperto una persona fantastica, che si fa sempre in quattro per me e che non mi tradirebbe mai. Siamo diventati davvero dei grandi amici. Mentre quei bulli sono stati sospesi da scuola. Bullizzare significa fare violenza: non c’è nessun divertimento a tartassare gli altri, a mancare loro di rispetto, e a metterli in un angolo perché non sono meritevoli di far parte del gruppo o perché hanno un difetto fisico, o perché non vestono alla moda, o perché sono poveri o perché sono sempre silenziosi e non riescono a stringere amicizia con gli altri. Ti è mai capitato di sentire persone che dicono cose orribili su te stessa e pensare che abbiano ragione? È questo che i bulli fanno, ti portano all’esasperazione. Ti torturano e ti rendono fragile. Si prova una vergogna tremenda ad essere vittima di bullismo, perché ad un certo punto cominci a pensare che ci sia un motivo per cui sei stato preso di mira. Quando invece il problema non sei tu, ma il problema è il non essere capito, compreso. Tutti si fermano alle apparenze. Non giudicare qualcuno per come lo vedi, non sai cosa sta affrontando. In ogni storia di bullismo non c’è mai un vincitore. C’è solo un soggetto debole che se la prende con uno ancora più debole. Chi non è in grado di imporsi per la sua intelligenza, tenta la via del bullismo. Però, così facendo la mancanza si noterà di più. Ricorda che solo le persone inutili hanno bisogno di sminuire gli altri per sentirsi migliori. Ho capito che i bulli devono sempre farsi forza: non riescono a essere “qualcuno” stando da soli. Non ho mai sentito di bulli che attaccano un loro coetaneo da soli, senza degli amici che li sostengano, o degli spettatori che facciano il tifo per loro. I bulli sono deboli: perdono i loro super-poteri quando non hanno nessuno attorno. Se si dovessero trovare faccia a faccia con chi si divertono a prendere in giro, da soli, o si limitano a dire qualche parolaccia, volatilizzandosi all’istante, o fanno finta che non esista. L’ignoranza delle persone è tanta da non capire che non è deridendo gli altri che si diventa migliori. Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui gli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre lottare. Perché chi non si arrende vince sempre. I problemi non sono eterni, hanno sempre una soluzione. Non permettere a nessuno di insultarti, umiliarti o abbassare la tua autostima. Bisogna essere forti e sollevarsi dalle cadute che ci pone la vita. Goditi la vita perché è molto corta, amala, sii felice e sorridi sempre. A volte quando meno te lo aspetti ci sarà chi ti farà vivere belle esperienze! Una persona forte, anche con le lacrime negli occhi, si aggiusta per dire con un sorriso sto bene. Agli in segnanti e ai genitori: avete tutto sotto i vostri occhi. Occorre solo la voglia di guardare, di vedere davvero. E ai ragazzi e alle ragazze che vivono questo inferno, un abbraccio da una sorella che vi dice: tenete duro, un giorno l’inferno finirà. E ricordate, un sorriso se non offende ne fa sempre nascere un altro.

 

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