Una settimana ancora e si capirà se la giunta di Rosarno farà il tagliando, oppure la Sinistra sarà messa nel sacco. La tanto attesa interpartitica di ieri ha registrato una fumata grigia. Le forza della maggioranza che sostengono Elisabetta Tripodi si sono aggiornate a lunedì prossimo, in special modo il Pd. I democratici hanno registrato le richieste di Sinistra per Rosarno – che nei giorni scorsi con un durissimo comunicato hanno chiesto il rimpasto di giunta – e ora si consulteranno al loro interno. «In sede di interpartitica – si legge in una nota della Sinistra – il nostro gruppo ha inteso ribadire ai presenti, quanto già preannunciato con il comunicato diramato qualche giorno prima. L’Amministrazione Tripodi ha bisogno di una svolta se si vuole davvero portare a termine la legislatura e lasciare un segno positivo nel paese, e questa non può prescindere da una rimodulazione dell’attuale giunta a guida PD. La discussione è aperta ed i primi nodi dovranno essere sciolti nella prossima seduta, aggiornata a lunedì 09 febbraio, fermo restando che le nostre richieste dovranno in qualche modo trovare risposte adeguate alle esigenze, che non sono nostre ma della Comunità che rappresentiamo». Il messaggio è chiaro: “caro Pd cambia assessori oppure niente svolta”. E’ evidente che la responsabilità viene totalmente addebitata ai democratici, ormai da tempo innumerevole silenti e che stanno prendendo solo oneri in tutta questa vicenda, oltre che in visibile calo di consensi. La Tripodi, dal canto suo, cammina a meraviglia sul cristallo, porta a casa un salutare rinvio e sa bene che più tempo passa meno tempo ci sarà per il voto anticipato. Dalle parti della Sinistra non c’è troppo entusiasmo, anche perché se non dovesse arrivare il rimpasto di giunta – con la decapitazione di qualche assessore di peso democrat – si materializzerebbe una figuraccia. E non solo, si farà strada l’ipotesi di dover fare da stampella alla maggioranza per 14 mesi, legandosi mani e piedi alla Tripodi e compagnia democratica in vista delle comunali del 2016.
Di sicuro il primo round ha dato un po’ di ossigeno alla sindaca: non si è scomposta, non ha rilasciato dichiarazioni, ha allungato ancor di più la sua permanenza a palazzo San Giovanni. Il Pd è in stato di accusa, non ha replicato alla durissima reprimenda della Sinistra ed ora si prepara a decidere se e chi eventualmente deve mandare a casa tra i suoi quattro assessori: Carmelo Cannatà, Michele Fabrizio, Filippo Italiano e Franco Bruzzese. O potrebbe decidere di non licenziarne nessuno, rispedendo la palla al mittente, obbligando Rocco Pronestì e Antonio Bottiglieri a dover decidere cosa fare da grandi. La sensazione è che se la Sinistra dovesse deporre le armi in assenza di una giunta rimodulata ne pagherà un alto prezzo. Di sicuro il consenso è evaporato, e sia Pronestì che Bottiglieri – cui va dato il merito di conoscere bene gli umori della piazza – lo sanno bene. C’è da dire, comunque, che gli esponenti della Sinistra stanno dimostrando carattere, quantomeno sono gli unici a stigmatizzare in pubblico lacune e inefficienze che in molti, nel centrosinistra, lamentano in privato.
Lunedì, dunque, appuntamento decisivo, ma la verità è che a meno di grandi colpi di scena il finale sembra scritto, ed anche i cittadini che hanno condiviso le lamentele mostrate dalla Sinistra sanno che dovranno attendere poco più di un anno per mettere un segno di matita da un’altra parte.
Domenico Mammola