Lavoro, sanità, abitare e cittadinanza: queste sono solo alcune delle tematiche affrontate durante il convegno Dignità sociale e Diritti civili, organizzato da Fondazione Intgra/Azione, tenutosi questa mattina nella sala conferenze dell’hotel Vittoria a Rosarno. A discuterne con Luca Odevaine, presidente della Fondazione Integra/Azione, erano presenti Giovanni Manoccio, dell’ANCI – Associazione nazionale Comuni Italiani – e sindaco di Acquaformosa, Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno, Domenico Madafferi, sindaco di San Ferdinando, Gosso Boro, coordinatore del Centro Terranova, Celeste Logiacco, responsabile immigrazione Cgil della Piana Gioia Tauro, Nuccio Barillà, di Legambiente Reggio Calabria, Don Giuseppe De Masi responsabile di Libera della Piana Gioia Tauro, Andrea Freda, coordinatore di Emergency della Piana Gioia Tauro. Il tavolo di riflessione è stata l’occasione per presentare i risultati del progetto Terranova, il centro polifunzionale nato un anno fa proprio a Rosarno per promuovere l’inclusione sociale dei migranti attraverso corsi di lingua italiana, corsi di informatica, servizi di supporto psicologico e orientamento al lavoro. Dall’apertura ad oggi, il Centro Terranova ha registrato 682 utenti provenienti da 26 Paesi diverse. Sono i migranti extracomunitari a frequentare maggiormente il Centro, la frangia più vulnerabile della Piana di Gioia Tauro, che ogni giorno si ritrovano a confrontarsi con le difficoltà abitative, lavorative e di cittadinanza, ma non mancano utenti provenienti dall’Est Europa e dall’Italia. Ricca anche l’offerta dei servizi erogati dalla struttura. I corsi di lingua, per cominciare, sono quelli che hanno registrato la più alta densità di partecipazione: si aggira infatti, intorno al 90% il numero di utenti che ha richiesto l’iscrizione ai corsi di lingua e cultura italiana, di cui circa il 24% ha seguito corsi intensivi di alfabetizzazione di livello A1 e A2. Anche lo sportello di orientamento ai servizi sul territorio ha ricevuto un alto numero di richieste soprattutto sulle questioni riguardanti la residenza, agevolato grazie alla collaborazione delle istituzioni locali. Circa il 36% degli utenti infatti, sono stati seguiti nell’adempimento delle pratiche burocratiche: residenza, rinnovo del permesso di soggiorno, rilascio del passaporto e accertamento dei dati anagrafici. Sempre secondo il bilancio finale del progetto Terranova, ha ottenuto grande successo la realizzazione dell’area multimediale, dove, grazie agli internet point, i migranti riescono a comunicare con le loro famiglie e a seguire corsi per il conseguimento delle certificazioni Microsoft Digital Literacy. E ancora lo sportello di supporto psicologico che, a fronte delle 92 richieste giunte al centro, è riuscito a seguire regolarmente 15 casi.
“Il Centro Terranova è diventato oramai un punto di riferimento per i migranti qui a Rosarno, non solo per i servizi che la struttura offre ma anche perché rappresenta un luogo dove i migranti hanno la possibilità di confrontarsi sulle tante problematiche che li accomunano – dichiarano congiuntamente Luca Odevaine, presidente della Fondazione Integra/Azione e Gosso Boro, coordinatore del Centro Terranova -. Siamo riusciti, grazie anche al lavoro degli operatori, ad accorciare le distanze tra migranti e residenti, esperienza che ci ha fatti crescere l’un l’altro.
Il territorio della Piana di Rosarno, per le sue caratteristiche sociali e ambientali e per la specificità della sua economia agricola, rappresenta da decenni la meta di migliaia di migranti stagionali impiegati nelle campagne della zona. Un luogo che ha assunto un valore altamente simbolico, sia nazionale che internazionale, per aspetti diversi e spesso contrastanti.
“La drammatica rivolta di Rosarno del 2010 – continuano Luca Odevaine e Gosso Boro – ha reso la Piana emblema della fragilità dei braccianti stranieri che vivono una situazione di sfruttamento, con un concreto rischio di reclutamento da parte della criminalità organizzata e con una difficile convivenza nella comunità. Al tempo stesso Rosarno è divenuto metafora della società civile, della voglia di accogliere, della voglia di legalità. I giorni dopo la rivolta hanno dato voce, immagine e corpo alle tante forze sane del territorio che ogni giorno costruiscono inclusione sociale. Il passare del tempo rischia però – concludono Luca Odevaine e Gosso Boro – di fiaccare questi sforzi positivi, facendo ricadere la Piana di Rosarno in quella situazione di sfruttamento che ha portato all’esasperazione e alla rivolta. Per questo è fondamentale non abbassare la guardia, al fine di mantenere, rafforzare ed ampliare una Rosarno presidio di legalità e di integrazione”.
Un’altra importante esperienza è stata quella delle Unità Mobili di Prossimità, un esperimento ben riuscito a supporto dei braccianti migranti che ha coinvolto oltre 1330 utenti. Nate come un ulteriore strumento per sensibilizzare, informare e orientare i migrati relativamente ai diritti esigibili, alla salute e al lavoro, le unità mobili hanno intercettato i migranti attraverso la distribuzione di frasari tematici tradotti nelle principali lingue veicolari sulle questione di maggior interesse diretto per i braccianti come la salute, la sicurezza sul lavoro e la cittadinanza.
Molti i rappresentanti istituzionali e le associazioni territoriali presenti al tavolo di riflessione di questa mattina che hanno portato all’interno della discussione le proprie esperienze di integrazione: come quella di Giovanni Manoccio, sindaco di Acquaformosa, comune cosentino dove si firmano contratti di accoglienza ai migranti e si danno monete speciali da utilizzare per ottenere beni e servizi, che vengono poi rimborsati dall’amministrazione comunale. O ancora l’esperienza dell’ambulatorio mobile di Emergency che ha portato assistenza sanitaria gratuita ai migranti impegnati nelle campagne di Rosarno. A questo proposito significative sono state, tra le altre, le testimonianze di Ibrahim Sangare originario della Costa d’Avorio e Kadim Gayed, senegalese, assidui frequentatori del Centro che hanno raccontato alcune delle esperienze vissute durante quest’ultimo anno insieme.
Un altro momento significativo della giornata è stata la presentazione di una mostra fotografica, risultato di un workshop promosso dalla Cooperativa sociale Abitus di Roma al quale hanno partecipato gli studenti del Liceo Linguistico “Giovanni Paolo II” di Gioia Tauro e alcuni ragazzi del Centro Terranova. La mostra è nata dal desiderio di presentare sguardi diversi sulla realtà di Rosarno: sguardi di cittadini nati e cresciuti in questo territorio o che nella piccola cittadina della Piana ci sono arrivati, sono di passaggio o che hanno deciso di rimanervi. Dietro l’obiettivo c’è un occhio e una mente che osservano la stessa realtà, così attraverso quegli scatti hanno voluto darne testimonianza aggiungendo un tassello al puzzle complesso e articolato di uno spaccato di vita condivisa.
Il convegno ha ricevuto il patrocinio: del Comune di Rosarno, del Comune di San Ferdinando, dell’ANCI, della CIGL della Piana di Gioia Taura, dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, Libera, Legambiente Calabria Onlus