Rosarno, la Cassazione ha accolto i ricorsi di Cacciola Gregorio, Cacciola Vincenzo e Cacciola Francesco

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Rosarno, la II^ Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso avanzato dall’Avv. Mario Santambrogio (difensore di Cacciola Gregorio, Cacciola Francesco e Cacciola Vincenzo), avv. Agostino Luca (difensore di Cacciola Gregorio) avv. Malvaso Domenico  (difensore di Cacciola Vincenzo), ha annullato, con rinvio, l’ordinanza emessa il 27 agosto u.s. dal Tribunale della libertà di Reggio Calabria, sezione per il riesame, emessa nei confronti dei ricorrenti. I predetti Cacciola (i fratelli Gregorio e Vincenzo e lo zio Francesco) sono stati tratti in arresto lo scorso 9 luglio 2018, in esecuzione del fermo scaturito dall’indagine convenzionalmente denominata ARES (avviata, nel settembre 2017, dai militari del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro e sotto la direzione della locale Direzione Distrettuale Antimafia)che ha portato alla sbarra 32 soggetti, ritenuti essere gli elementi di spicco delle articolazioni territoriali della ‘ndrangheta “CACCIOLA” e “CACCIOLA-GRASSO”, entrambe attive in Rosarno. In particolare, stando all’ipotesi investigativa, gli esiti della richiamata indagine avrebbero consentito di ricostruire gli assetti e gli equilibri interni ed esterni alla cosca CACCIOLA, documentati nel corso tempo grazie alle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia e messi in crisi da recenti momenti di fibrillazione. L’impianto accusatorio, che aveva retto innanzi al Tribunale della libertà, è stato aggredito dai difensori degli indagati, in particolare, l’Avv. Santambrogio ha coltivato in sede di legittimità una serie di eccezioni in diritto denunciando precise irregolarità procedurali che andavano ad intaccare le prerogative della difesa con conseguente violazione del principio del giusto processo e della concreta estrinsecazione del contraddittorio.

 Tra le questioni portate all’attenzione del Corte di Cassazione da parte degli avvocati  Santambrogio, Malvaso ed Agostino,  vi era il diritto dell’indagato a presenziare personalmente all’udienza di riesame, e quello di ottenere, prima dell’udienza, tutte i file audio delle intercettazioni poste a fondamento del mandato di cattura.

La Suprema Corte, condividendo le censure della difesa, ha disposto l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, rimandando gli atti al tribunale della libertà per un uovo esame.

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