Medici per i Diritti Umani (MEDU) con Mediterranean Hope, il programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, avvieranno nei prossimi giorni un intervento straordinario di medicina territoriale nella Piana di Gioia Tauro contro il Covid-19. L’intervento è realizzato con il Comune di Rosarno.
L’equipe della clinica mobile di MEDU realizzerà un’attività di screening con tamponi rapidi rivolta a tutta la cittadinanza, in particolar modo alle persone più vulnerabili.
La clinica mobile di MEDU opera già da 6 anni nella Piana di Gioia Tauro portando assistenza socio-sanitaria ai lavoratori migranti durante la stagione agrumicola e con lo scoppio della pandemia ha attivato dal mese di marzo interventi mirati alla protezione di questo gruppo di popolazione particolarmente esposta al rischio di contagio.
Con l’aggravarsi della crisi pandemica in Calabria, e in particolare nella Piana di Gioia Tauro, MEDU e Mediterranean Hope hanno raccolto la richiesta d’aiuto del sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà, ampliando l’intervento di screening alle tante persone che non possono accedere a questo tipo di servizio.
“Esprimo una grande preoccupazione – ha dichiarato Giuseppe Idà, sindaco di Rosarno – poiché il nostro comune è il primo per numero dei contagi nella Piana di Gioia Tauro. Abbiamo la necessità di avere un supporto, dati i pochi investimenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale per mancanza di personale e fondi”.
Per Alberto Barbieri, coordinatore generale di MEDU, “questo intervento è particolarmente importante per la nostra associazione poiché tutti i cittadini calabresi si trovano in un momento molto difficile e il servizio sanitario regionale corre il rischio di essere sopraffatto dalla seconda ondata dell’epidemia. Nell’avviare questo nuovo intervento in un territorio della Calabria in cui lavoriamo da anni, non facciamo altro che obbedire ad un nostro preciso dovere come organizzazione medico umanitaria. Partiamo con un primo stock di tamponi e, in base alle necessità che riscontreremo, ci attiveremo per poter reperire ulteriori fondi e poter ampliare la disponibilità. È nostra intenzione lavorare in stretto coordinamento con i colleghi delle Unità speciali di continuità assistenziale (USCA) e del servizio sanitario provinciale per fornire loro tutto il nostro supporto in questo momento critico”.
“Con questo nuovo progetto Mediterranean Hope rafforza il suo intervento in una delle regioni che accoglie una quota rilevante di migranti costretti a lavorare in condizioni difficilissime e troppo spesso irregolari aggravate dall’emergenza sanitaria – ha dichiarato Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia –. In una regione in cui la criminalità organizzata è riuscita a infiltrarsi nei vertici della politica, vogliamo costruire un progetto che mette insieme un Comune e alcune componenti della società civile per un’azione d cui beneficeranno sia gli immigrati che i residenti della Piana. Partiamo con un investimento di 10.000 euro circa con i quali prevediamo di poter eseguire un migliaio di test. É un altro segmento di un intervento sociale più ampio – conclude Naso – che ha come obiettivo il superamento dei ghetti e delle tendopoli che rischiano di diventare veri e propri focolai di contagio”.