“Tassa sulle vene, un problema che riguarda il nostro Paese e in particolare il sistema sanitario che merita di essere approfondito alla luce dei risvolti che esso ha non solo sulla salute, ma anche sul sistema economico infatti, – interviene il Presidente Nazionale dell’U.Di.Con., Denis Nesci, – non tutti sono a conoscenza dei milioni di euro spesi dai cittadini per l’acquisto di calze elastiche per prevenire e curare problema vascolari, una spesa che oscilla dagli 80 ai 120 euro su cui incide pesante l’iva applicata al 22 %, un’assurdità tipicamente italiana”.
L’Unione per la difesa dei consumatori denuncia la situazione relativa all’elastocompressione, un presidio essenziale ed indispensabile nella prevenzione e nel trattamento delle patologie legate alle malattie venose (linfedema, ulcere vascolari) di cui soffre una parte della popolazione, soprattutto donne.
La normativa vigente in Italia prevede che l’acquisto di calze e bende elastiche siano a carico dei cittadini in quasi tutte le regioni d’Italia ad esclusione ad esempio del Trentino Alto Adige, mentre in altri Paesi europei, tra cui la Germania, Francia e Svizzera su questi particolari presidi terapeutici è prevista l’applicazione dell’iva al 4% o rimborsata dal Servizio Sanitario Nazionale.
“Abbiamo posto la proposta all’attenzione del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin che non tarderà a farci pervenire una risposta in merito alla possibilità di modificare la normativa vigente, includendo le calze elastiche tra i presidi con iva agevolata, inoltre – afferma il Presidente Nesci – al fine di informare i cittadini sui rischi legati alle patologie vascolari, abbiamo deciso di promuovere una giornata nazionale della flebologia dal titolo “Dai linfa alla vita. Controlla le tue vene”, nel corso della quale verranno effettuate visite gratuite da parte di medici specializzati i quali forniranno ai cittadini i dovuti chiarimenti e i consigli sulla prevenzione”.