San Ferdinando, 65enne arrestato per estorsione ed usura aggravata e continua

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Nella mattinata del 29 giugno, a San Ferdinando (RC), su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, i Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale in carcere, emessa dal Tribunale di Palmi – Sezione GIP/GUP, nei confronti di NASSO Vincenzo, di anni 65, perché ritenuto responsabile del reato di estorsione ed usura aggravata e continuata.
L’odierno provvedimento cautelare trae origine da un’ attività d’indagine, condotta dalla Sezione Operativa del NORM di Gioia Tauro e dalla locale Stazione Carabinieri, sotto la direzione del Proc. Dott. Ottavio Sferlazza e del Sost. Proc. Dott. Daniele Scarpino della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, ed avviata a seguito della denuncia presentata da una cittadino di San Ferdinando, nel mese di maggio 2019, il quale, stanco delle continue richieste di denaro da parte del NASSO, decideva di rivolgersi ai Carabinieri ed all’Autorità Giudiziaria al fine di interrompere l’azione delittuosa del suo aguzzino.
Di qui l’avvio di un’intensa attività info – investigativa, condotta mediante lo svolgimento di metodi d’indagine tradizionali e di natura tecnica, che ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato il quale, approfittando dello stato di bisogno in cui versava la vittima, da tempo disoccupata, quale corrispettivo di un finanziamento in denaro di 4000 Euro avvenuto nel mese di febbraio 2019 in favore della parte offesa, si faceva dapprima promettere e successivamente dare degli interessi usurari pari al 25% della somma concessa a titolo di prestito (su base mensile) nonché la consegna di assegni in bianco. 
In seguito il NASSO, al fine di ottenere la corresponsione della somma e dei relativi interessi usurari, con continue e crescenti minacce, finiva per richieder alla vittima dapprima la documentazione attestante la proprietà di un immobile appartenente alla famiglia della parte offesa e poi la cessione  delle chiavi di una sala giochi gestita dalla vittima, evento, però, che veniva monitorato in diretta, con riprese audio e video, dai militari dell’Arma, consentendo di cristallizzare a carico dell’indagato un grave quadro indiziario.
L’arrestato, al termine degli adempimenti di rito, è stato associato presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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