San Ferdinando e la Piana attendono impazienti l’inizio (e la conclusione) del trasbordo delle armi chimiche

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San Ferdinando (Reggio Calabria). Mattina surreale quella di oggi a San Ferdinando, lo si capisce appena si arriva nel piccolo centro marino, Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri presidiano l’ingresso del Porto di Gioia Tauro, off limits fino alla conclusione delle operazioni di trasbordo. Un’auto dei carabinieri staziona sulla spiaggia al confine con lo scalo portuale, sul lungomare quasi deserto c’è qualcuno che fa jogging e qualche madre che porta i propri figli alle giostrine, ma si percepisce che c’è tensione nell’aria. Ci sono macchine che girano e rigirano avvicinandosi il più possibile all’ingresso del Porto per riuscire a scorgere qualcosa, la nave, le armi che ancora devono arrivare, non si sa. Lo fanno per paura o mera curiosità? Quelli che fino ad ieri alla maggior parte dei cittadini sembravano discorsi ancora campati in aria, oggi sono diventati realtà. La prima nave, la Cape Ray (per vedere le foto clicca qua) è arrivata e tra poco anche le tanto temute armi chimiche siriane saranno a pochi passi da casa nostra. Com’è noto le operazioni di trasbordo, dove saranno impegnati insieme ai militari una trentina di portuali, dovrebbero iniziare domani e durare circa 36 ore, anche se la conclusione dei lavori entro tale limite sembra improbabile per gli addetti ai lavori.

Sui social network gli abitanti della Piana iniziano a prendere finalmente e veramente coscienza dell’importanza e della difficoltà, con annessi e connessi rischi, di quello che accadrà. C’è chi inveisce contro i politici per questa ennesima scelta calata dall’alto, chi minimizza sui potenziali rischi, ma la stragrande maggioranza delle persone, il popolo rassegnato, attende impaziente che tutto passi veloce per poter tornare da dopodomani alla vita di tutti i giorni, senza la paura di saltare tutti su per aria…

Angelo Zurzolo

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