San Ferdinando, emergenza ambientale

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Fiumara sonnacchiosa durante l’estate, collerica durante l’inverno, il Mesima è ormai una cloaca fetida durante tutte le stagioni dell’anno.

Nel suo tratto focivo è ripugnante e tristissimo lo spettacolo di un impasto torbido di morchie olearie, liquami fognari e scarto della lavorazione degli agrumi.

Tutte le denunce e i richiami, rivolti in ogni direzione, sono, ad oggi, caduti nel vuoto o accolti da un silenzio indifferente quando non omertoso.

Ora chi ha il dovere di intervenire lo faccia! E intervenga con tutto il rigore e la sollecitudine possibile per fermare questi nuovi barbari che considerano normale e legittimo disfarsi di macerie e detriti depositandoli sugli argini del fiume oppure inquinare le acque con ogni tipo di materiale immondo, indifferenti al degrado ambientale e al danno economico verso un territorio già afflitto da numerose e altre spinose emergenze. Dovere delle Istituzioni è opporsi alla protervia di questi nuovi barbari, i cui comportamenti costituiscono quotidiani attentati alla salute pubblica e marchiano irreparabilmente un territorio che esprime, invece, un’ansia di riscatto e di emancipazione.

Dovere delle Istituzioni è cogliere quest’ansia e leggervi la richiesta civile di una diversa e più alta qualità della vita.

Voltare le spalle a questi scempi che quotidianamente si consumano davanti ai nostri occhi diventa tradimento della fiducia e della speranza dei nostri figli e delle nuove generazioni.

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