Si sono svolte questa mattina le annunciate operazioni di smantellamento della baraccopoli abusiva sorta a ridosso della tendopoli di San Ferdinando, ormai da anni alloggio dei migranti che lavorano nella Piana di Gioia Tauro. Comuni interessati, associazioni di volontariato, Protezione civile e forze dell’ordine hanno eseguito i lavori di sgombero, resisi sempre più necessari vista la precarietà della situazione. Le operazioni di sgombero delle baracche abusive immerse nei rifiuti ed in condizioni sanitarie inaccettabili, costruite dai braccianti rimasti fuori dall’apposita tendopoli costruita dalla Protezione civile per l’accoglienza dei migranti senza un tetto, rientrano infatti in un piano ben preciso che ha lo scopo di mettere fine alla situazione insostenibile che si è venuta a creare negli ultimi anni. Nello specifico, si tratta di un piano elaborato nei giorni scorsi nel corso di una riunione indetta dal prefetto di Reggio Calabria Claudio Sammartino, in seguito ad un sopralluogo dell’Asp reggina che ha confermato la grave situazione igienico-sanitaria esistente nell’area in cui sorgono le baracche abusive, già da mesi all’attenzione del Prefetto e degli enti locali, che avevano formato insieme un gruppo di lavoro. Alla riunione avevano preso parte tutti gli enti locali interessati, associazioni di volontariato e forze dell’ordine, con il comune obiettivo di risolvere la situazione e prendere iniziative di accoglienza ed integrazione dei braccianti che lavorano nella Piana. Il prefetto Sammartino ha elaborato un piano che prevede due fasi. Grazie anche ad un finanziamento regionale, è previsto innanzitutto l’abbattimento della baraccopoli abusiva avvenuto questa mattina, ed in conseguenza la bonifica dell’area a cura dei Comuni interessati, delle associazioni di volontariato e delle forze dell’ordine. Nell’area resterà soltanto la vera e propria tendopoli, affidata ad associazioni di volontariato e parrocchie, che sarà igienizzata e fornita di acqua potabile ed energia elettrica e soggetta a continui controlli dell’Asp. Una seconda fase prevede poi una sistemazione in alloggi appositi dei migranti che non hanno ancora una casa, da riproporre ai rinnovati organi regionali dopo le elezioni.
RAFFAELLA CARUSO