Sanità Calabria – grave situazione medici di base
La Calabria è teatro di una crisi sanitaria senza precedenti. Non si tratta più solo di inefficienze strutturali, ma di una vera e propria guerra contro i professionisti della salute e contro i cittadini, condotta con strumenti amministrativi, linee guida obsolete e decisioni scellerate prese nelle stanze del potere.
Dopo la vergognosa vicenda che ha colpito i medici dell’ASP di Cosenza – accusati di aver prescritto farmaci ritenuti “non appropriati” come antinfiammatori e gastroprotettori – la stessa dinamica repressiva si è ripetuta anche all’ASP di Reggio Calabria. Cambia il territorio, e si aggiungono altri farmaci alla lista, ma la logica non cambia: criminalizzare i medici di base, scaricando su di loro le colpe di un sistema sanitario allo sfascio.
I medici, già oppressi da carichi di lavoro insostenibili e da una burocrazia soffocante, vengono additati come colpevoli per aver seguito linee guida che erano ritenute valide fino a ieri. Parliamo, tra gli altri farmaci, proprio degli Omega 3: per anni considerati salva-vita in pazienti con rischio cardiovascolare, ora improvvisamente demonizzati, con l’ulteriore possibile umiliazione di una richiesta di rimborso diretto da parte dei medici per le prescrizioni effettuate.
A questo si aggiunge la questione ancor più grave degli antibiotici: si impone nei fatti l’utilizzo dell’amoxicillina, perché più economica, come unica opzione terapeutica per polmoniti e patologie respiratorie, ignorando le condizioni cliniche dei pazienti, le raccomandazioni delle comunità scientifiche e il buon senso. La Regione, con arroganza e superficialità, ha addirittura disposto il bando dei macrolidi, privando i medici di uno strumento terapeutico fondamentale.
Siamo di fronte a una deriva pericolosissima: invece di investire in strutture, risorse e personale, si preferisce colpire chi ogni giorno è in prima linea, mentre la spesa sanitaria regionale continua a essere drenata da progetti inutili e sprechi sistemici.
L’USB Sanità Calabria denuncia con forza queste aberrazioni. Non è più accettabile che la politica regionale continui a nascondere i propri fallimenti dietro capri espiatori. La verità è che la sanità calabrese è vittima di una gestione fallimentare e miope, che mette a rischio la salute dei cittadini e getta fango su chi ha scelto di curare e assistere.
Chiediamo che venga immediatamente interrotto questo clima inquisitorio contro i medici di base e che si apra un confronto serio, basato su evidenze scientifiche e sul rispetto del lavoro di chi opera nel territorio. È urgente una riforma strutturale della sanità calabrese, che metta al centro i pazienti e tuteli i professionisti.
Non resteremo in silenzio. Non arretreremo di un passo.
È tempo di lottare per una sanità giusta, pubblica e rispettosa di chi ogni giorno se ne prende cura.
USB Sanità Calabria