Scoperta piantagione di marijuana in zona industriale, arrestati due fratelli di Gioia Tauro

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Ieri 25 giugno 2015, i Carabinieri specialisti dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” unitamente ai militari della Stazione CC di San Ferdinando (RC) – competente per territorio – all’esito di una speditiva e proficua attività d’indagine hanno arrestato, in flagranza di reato, due fratelli originari di Gioia Tauro accusati di coltivazione e produzione di ingente quantitativo di sostanza stupefacente del tipo marijuana.

Il rinvenimento, alquanto insolito, poiché avvenuto all’interno di in una zona di competenza dell’Asi, è relativo ad una vasta piantagione di cannabis indica, appunto, del tipo “Olandese Nana” – che negli ultimi anni sta letteralmente spopolando in terra calabra – la cui resa per singola pianta e principio attivo sembrano essere più allettanti per i “coltivatori”.

I Carabinieri insospettiti da quella auto in sosta anomala presso la II^ Zona Industriale di Gioia Tauro,  in un orario altrettanto insolito – subito dopo pranzo, hanno così deciso di intervenire cogliendo VIOLA Eusebio, nato a Gioia Tauro  il 03.04.1981, attualmente disoccupato ma prima impiegato presso il porto di Gioia Tauro, intento a prendersi cura della suddetta piantagione, in prefetto stato vegetativo e composta da ben 340 piantine. Il fratello VIOLA Antonio, nato a Gioia Tauro il 13.02.1977 anch’egli attualmente disoccupato, invece, fungeva da cd. palo aspettando, nella propria auto, che lo stretto congiunto finisse “i lavori”. Non vedendolo tornare ha, poi, provato a lasciare l’area ma è stato prontamente bloccato dai Carabinieri che avevano capito le sue intenzioni. 

I due fratelli, dopo i vari atti di rito, sono stati tradotti il primo, ovvero VIOLA Eusebio cl.’81 presso la Casa Circondariale di Palmi mentre il secondo, VIOLA Antonio cl.’77, agli arresti domiciliari presso la sua abitazione.

I Carabinieri dopo aver estirpato singolarmente tutte le piante il cui peso complessivo si aggirava intorno ai 55 kg. di sostanza stupefacente, le hanno bruciate in loco. 

Tanti gli interrogativi lasciati dall’odierna vicenda: l’ubicazione della piantagione in primis, l’effettivo ruolo dei due fratelli nel successivo smercio e commercializzazione della sostanza e se questi ultimi abbiano agito da soli o con il sostegno di qualcuno allo stato non ancora individuato.

Con gli arresti di ieri, si ripresenta, come ogni anno in questo periodo, l’annoso fenomeno del proliferare delle piantagioni di marijuana, un business antico e, purtuttavia, redditizio e, quindi, ancor più difficile da sradicare.

 

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