Sculco su questione migranti

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L’approccio globale e pragmatico al fenomeno migratorio del ministro Marco Minniti, in un frangente in cui nella confusione s’inseriscono i fantasmi dell’odio razziale e del fanatismo politico-religioso, dà speranza e fiducia nello Stato. Possiamo governare un fenomeno così complesso – asserisce la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco – e persino renderlo utile per il Paese, se la politica recupera autorevolezza e progettualità. Trovo che la proposta di una conferenza dei Paese europei che affrontano il peso dell’ondata migratoria sarebbe estremamente preziosa. Sia per fare il punto sulle criticità organizzative del momento che per insistere sui valori della tolleranza e dell’apertura agli altri che connotano l’Occidente e che collidono con muri, steccati e concezioniasfittiche da piccole patrie chiuseRestando silente e passiva l’Europa, che proprio su questa drammatica questione evidenzia la propria fragilità politica, l’iniziativa dei Paesi direttamente coinvolti dal fenomeno, nel segno della solidarietà e della sicurezza da garantire ai propri cittadini, è quanto mai opportuna. La situazione – sottolinea Flora Sculco – non è per nulla facile, come ben sanno le regioni del Mezzogiorno italiano chiamate quotidianamente a fronteggiare gli arrivi; anzi, il sopraggiungere, in molte città, di eventi drammatici generati da odio e violenze cieche, la rendono complicata e persino poco comprensibile. Sfuggendo a visioni meschine, localistiche  e senza nulla concedere a ideologismi o pregiudizi, il ministroMinniti si sta misurando col fenomeno migratorio nella maniera più concreta possibile. Credo che a questo sforzo del governo debbano dare il proprio contributo, per garantire il rispetto delle regole democratiche e seri  percorsi di integrazione, il sistema delle Regioni e delle autonomie locali. C’è bisogno di un protagonismo che incroci dal basso le scelte del governo e faccia comprendere ai cittadini e all’Europa che i migranti possono essere una straordinaria risorsa. L’attivismo del ministro, finalizzato anche ad incidere sulle cause prime del fenomeno, ha il merito di rendere lo Stato più reattivo e dunque più vicino ai cittadini, preoccupati per l’aumento degli arrivi, e ai migranti, che debbono contare su un’accoglienza all’insegna della legalità e che vanno sempre considerati per quello che sono, persone che vivono difficoltà enormi e chiedono sostegno umanitario”. Ancora la consigliera regionale: “Sulla questione, che in Calabria si somma alle altre sue tante emergenze, occorrono provvedimenti urgenti. In tal senso, è condivisibile l’ida di costituire in Italia un organismo unitario che consenta, come ha proposto la giornalista  Milena Gabanelli in più occasioni, alla mano pubblica d riprendersi l’organizzazione, il controllo e la gestione dell’intera filiera, utilizzando cooperative e associazioni per svolgere solo funzioni di supporto. C’è, visto tra l’altro il poco rassicurante quadro internazionale, l’urgenza che il Paese si doti su questa questione di un progetto d’impresa. L’Italia ha fin qui assunto un’encomiabile posizione. Più volte Renzi ha stigmatizzato l’incredibile apatia dell’Europa che guarda con indifferenza ai muri che dovunque si stanno erigendo, mentre i Paesi del Sud ed in particolare regioni come la Calabria, seguitano ad essere l’unica porta aperta dell’Europa per chi fugge da fame e guerre. Naturalmente, l’onere che le nostre città si stanno accollando è  gravoso. E richiede rimedi, attenzioni e provvedimenti ad hoc, sia per fronteggiare ‘la crisi umanitaria più grave dal dopoguerra’, come l’ha definita Papa Francesco ad Assisi, che per evitare il caos. E nel caos, come sappiamo, non c’è trasparenza sugli affidamenti, i finanziamenti e il rispetto degli standard di erogazione dei servizi previsti da convenzioni e capitolati d’appalto, a parte i rischi rappresentati dal caporalato e dalle mafie”. Sulla questione, inoltre sottolinea Flora Sculco  “il Consiglio regionale della Calabria all’unanimità e su mia proposta, ha approvato a giugno del 2015 un ordine del giorno in cui, pur ribadendo ‘il dovere di organizzare l’accoglienza’, ha sollecitato  Stato ed Europa a fare di più e meglio. L’Europa batta un colpo, abbiamo chiesto, ma un anno dopo l’Europa, accecata da egoismi e dall’impennata di nazionalismi reazionari,  non solo non interviene ma incredibilmente alza muri. A giugno di due anni fa, il Consiglio regionale della Calabria chiedeva all’Europa di occuparsi segnatamente delle migrazioni dall’Africa e dal Medio Oriente e al Governo di predisporre strumenti organizzativi e risorse adeguate a supporto ed a sostegno della gestione del fenomeno che pesa fortemente sul sistema delle autonomie locali.  In quel documento, inoltre, il Consiglio regionale, per dimostrare di non voler accollare ad altri l’emergenza migranti, chiedeva  sia l’applicazione della legge regionale del 2009, finanziandola adeguatamente,  sull’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo ma anche che la Regione si dotasse di una programmazione complessiva e  inclusiva sia dei bisogni del momento che di un diverso approccio con i paesi da cui i migranti scappano anche per irrobustire le relazioni con l’altra sponda del Mediterraneo”. Termina la consigliera regionale: “Il Consiglio regionale,poi, prendendo spunto da vicende poco rassicuranti, è intervenuto di recente, approvando un ordine del giorno proposto dal collega Giudiceandrea,  concernente sia la prima accoglienza dei migranti che la tutela dei minori stranieri non accompagnati. L’ordine del giorno impegnava la Giunta regionale a costituire un tavolo di lavoro di concerto con i comuni e gli uffici periferici delle Prefetture. Mi pare doveroso che ogni istanza territoriale dialoghi e interagisca con il governo senza ulteriori ritardi e  nelle forme più efficaci”.  

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