Il Tribunale collegiale di Palmi (dott. Antonio Battaglia presidente, Ascioti e Maione a latere) ha emesso ieri sera la sentenza del processo denominato “Imelda”, l’inchiesta, guidata dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri, nel marzo del 2011 aveva portato all’arresto di 31 persone, accusate di gestire ingenti traffici di droga e riguardanti altresì le cosche Bellocco Ascone di Rosarno e Nirta Strangio di San Luca. Quindici gli imputati che hanno scelto di farsi giudicare con il rito ordinario, e mentre nel filone del processo Imelda celebrato con la forma del rito alternativo dell’abbreviato l’impostazione accusatoria era stata quasi integralmente confermata dall’organo giudicate, numerose sono state le assoluzioni da parte della Corte di Palmi. Dei quindici imputati solo cinque sono state le condanne, le pene più elevate sono state comminate a Pizzata Bruno (30 anni di reclusione) e ad Ascone Antonio (27 anni e dieci mesi). Condannati anche Ascone Michele (quattrodici anni), Carretta Sergio (quindici anni e otto mesi) e Stelian State (quattordici anni). Assoluzione con formula piena invece per Umberto Bellocco, Gioacchino e Nicola Bonarrigo, Antonio Costadura, Salvatore Giorgi, Aldo Nasso, Bruno Pisano, Sebastiano Rechichi, Antonio Romeo e Francesco Stilo.
Nell’aprile scorso la Corte di Appello di Reggio Calabria aveva assolto Vincenzo Ascone, Giuseppe Fabrizio e Filippo Rechici ed emesso le seguenti condanne: Rocco Ascone 15 anni e 8 mesi; Laurentiu Doru Avram 7 anni; Pasquale Calderone 9 anni e 8 mesi; Domenico Codespoti 3 anni, 6 mesi e 20 giorni; Beniamino Marras 6 anni; Carmine Murdaca 7 anni e 8 mesi; Giancarlo Polifroni 10 anni, 1 mese e 10 giorni di reclusione; Antonio Romeo 8 anni, 6 mesi e 20 giorni; Francesco Strangio 5 anni, 4 mesi; Antonio Vottari 7 anni e 6 mesi di carcere.