Silp Cgil: No ai Punti di appoggio a Gioia e Locri. Sì alla presenza sul territorio per combattere la ‘ndrangheta

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Reggio Calabria – <<Il Progetto di rimodulazione delle Specialità e delle Unità Speciali della Polizia di Stato del 18 novembre 2014. Trasformazione dei Posti di Polizia Ferroviaria di Gioia Tauro e Locri della provincia di Reggio Calabria in Punti di appoggio ad organico zero>> è un piano di rimodulazione che mette in chiaro la volontà di abbandonare un territorio ad elevato carattere criminogeno, nel quale – due poli cruciali culla dei poteri masonendranghetistici – Gioia Tauro e Locri vengono privati di due importanti strumenti per innalzare la barriera alle infiltrazioni criminali. 

 In riferimento all’ultima versione, datata 18 novembre u.s., del Progetto di rimodulazione delle Specialità e delle Unità Speciali della Polizia di Stato, la scrivente O.S., in aggiunta alle precedenti eccezioni sollevate a carattere generale, e già a conoscenza di codesto Ministero, formula le seguenti osservazioni segnatamente alla prospettata trasformazione dei Posti di Polizia Ferroviaria di Gioia Tauro e Locri della Provincia di Reggio Calabria in Punti di appoggio ad organico zero: una definizione che equivale, nella sostanza, a soppressione di presidi stabili della Polizia di Stato presso le corrispondenti stazioni ferroviarie, crocevia – soprattutto quella di Gioia Tauro – di un numero consistente di viaggiatori, in un contesto territoriale permeato in maniera forte dalla presenza della criminalità organizzata, denominata ‘ndrangheta.

Senza tralasciare l’aspetto, non secondario, che – ad oggi – il Posto Polfer di Gioia Tauro assicura giornalmente servizi di controllo, in più quadranti orari, anche presso la stazione ferroviaria di Rosarno (RC), che in futuro non saranno più effettuati.

Appare paradossale che l’Amministrazione, nella scelta delle politiche di polizia criminale, ritenga che in ambiti come quella della Piana di Gioia Tauro e della Locride possa fare a meno di due presidi di Polizia – irresponsabilmente negli anni ridotti di organico – che, quotidianamente, esercitano un’irrinunciabile funzione di prevenzione e repressione dei reati in genere, nonché info-investigativa.

La paventata trasformazione avrà come effetto il venir meno di tale controllo di legalità, che non potrà certo essere soddisfatto da presenze occasionali di personale appartenente ad altri Uffici Polfer, né tantomeno potrà essere assicurato dal Commissariato di P.S. di riferimento, già fortemente impegnato in attività di istituto a carattere generale.

La volontà di procedere alla suddetta trasformazione – non può essere sottaciuto – sarà letta dai cittadini calabresi come un indietreggiare dello Stato, che abbandona il territorio, trasformando le stazioni ferroviarie da presidi di legalità in luoghi di insicurezza.

Il Silp Cgil, per la valenza che tali presidi hanno sotto ogni profilo, esprime la sua ferma contrarietà alla loro trasformazione in Punti di appoggio ad organico zero.

Il Silp Cgil si unisce al coro dei cittadini che chiedono più sicurezza, più Polizia, per lasciare sempre meno spazi in mano alla ‘ndrangheta.

 

In conclusione, va evidenziato che l’attuale progetto di razionalizzazione di presidi di Polizia Ferroviaria (e non solo) conclami tragicamente lo snaturamento del servizio di pubblica sicurezza, che – complice una scelta del potere politico di riduzione delle risorse umane ed economiche -, alla presenza di uomini in divisa nelle stazioni ferroviarie, preferisce la presenza degli stessi sui treni, anche a costo di sopprimere uffici di Polizia, relegando gli operatori ad una sorta di guardia giurata alle dipendenze di un ente, tradendo quella che è la funzione istituzionale voluta dallo Stato.

Riflettiamo…

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