Nei giorni scorsi, all’interno della Prefettura di Catanzaro, è avvenuta la stipula del Protocollo d’intesa tra la Legione della Confraternita Cattolica Cristiana dei Cavalieri Templari Federiciani e la sezione dell’A.N.P.S. (Associazione Nazionale della Polizia di Stato) di Catanzaro.
E’ quanto si legge in una nota diffusa dalla Rettoria di Catanzaro dei Templari Federiciani.
Sottesa all’intesa, la volontà di ricalcare gli atteggiamenti, riprodurre stili e modi di vita e seguire gli esempi di quei sodalizi rappresentativi del Comparto Sicurezza e Difesa che, in una realtà complessa come quella odierna, quotidianamente interagiscono con il nostro territorio in termini di protezione e di sicurezza della cittadinanza;
Scopo dei Templari Federiciani, che, guidati dal Gran Maestro S.E. Corrado Maria Armeri si caratterizzano per la loro vocazione dedita al sostegno e alla difesa dei diritti degli Operatori del Comparto Sicurezza e Difesa, è dunque quello di educare lo Stato ad assumere una crescente funzione di gestione assistenziale per realizzare compiutamente il ruolo di Stato sociale nei confronti della collettività.
Per realizzare ciò compiutamente, non si può assolutamente prescindere, pertanto, dalla cooperazione con quegli organismi come l’A.N.P.S., che, oggi, rappresenta uno dei pilastri fondanti nella costruzione di una valida ed efficace politica di sicurezza e di difesa.
Tra i punti dell’intesa quelli di accentuare il percorso della nostra terra verso la legalità e la giustizia, attraverso la vicinanza e il supporto al Comparto Sicurezza e Difesa; attivare una rete territoriale contro i tagli alla Sicurezza, al fine di salvaguardare il principio della dignità dei suoi Operatori; tenere in vita i grandi valori del “volontariato”, quali la gratuità, il rispetto per la persona umana e la solidarietà; rimuovere quegli ostacoli che non permettono alle giovani generazioni di essere protagoniste della realizzazione del proprio futuro; attuare ed incoraggiare le alleanze con le altre agenzie educative, come la Scuola, l’Università, la Famiglia, la Chiesa, in modo che ci sia un patto ed una condivisione di valori, obiettivi ed azioni; attivare tavoli di confronto con gli amministratori territoriali, in grado di dare vita a percorsi di presa di coscienza e di formazione della cittadinanza; agire sulla “prevenzione”, che vuol dire promozione di socialità, di opportunità, di diritti, in un contesto che vede nei giovani un alto numero di consumatori di droga; aiutare il disabile e la sua famiglia a cogliere, nei meandri della burocrazia e nella complessità delle norme, tutte le opportunità che oggi possono facilitarne la vita quotidiana; prestare alla donna l’attenzione che merita, abbattendo il tragico fenomeno della violenza perpetrata contro di Essa e restituendole la sua centralità, aiutandola a mantenere la propria identità, a non rinunciare alle sue aspirazioni e ai suoi lineamenti di “moglie” e di “madre”; costruire il significato profondo delle “migrazioni”, cercando di decostruire tutto ciò che è falsato, per far sbocciare la potenzialità dell’essere umano che oggi più che mai, aspira ad un’emancipazione sociale che può trovare spazio solo in una visione libera dall’obbligo a subordinarsi ad appartenenze specifiche; sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica sul problema del “degrado ambientale”, collaborando – conclude la nota – alle azioni intraprese dalle varie amministrazioni e rivolte all’educazione e al decoro ambientale.