Strage in famiglia in Sicilia – Barreca scarica colpa su coppia. Il legale: Non è pentito perché obiettivo era liberare casa dal demonio. Era “imbambolato”

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“Cominciano a riaffiorare tante scene che lo portano a scagliarsi contro Massimo e Sabrina”.

Lo dice l’avvocato Giancarlo Barracato che difende Giovanni Barreca l’uomo accusato, insieme alla figlia di 17 anni e a una coppia di amici, Massimo Carandente e Sabrina Fina, di avere ucciso la moglie e i due figli di 16 e 5 anni.

Il legale chiederà una perizia psichiatrica sul suo cliente e un interrogatorio con i pm.

All’avvocato, che stamattina lo ha incontrato in carcere, il muratore di Altavilla Milicia ha raccontato di non ricordare di avere usato violenza contro la sua famiglia scaricando sui due coniugi la responsabilità dei tre omicidi, avvenuti durante un esorcismo.

“Non è pentito, perché l’obiettivo era liberare la casa dai demoni. Lui non pensa di aver fatto quello di cui era accusato.

Lui dice si essere stato imbambolato”. spiega il legale.
Barreca ha chiesto di vedere la figlia di 17 anni. “La ragazza è stata in qualche maniere coinvolta da Massimo e Sabrina, era sempre insieme a loro – aggiunge l’avvocato – Dormiva abbracciata alla coppia”.
Il muratore ha riferito al difensore che, dopo i delitti, ha accompagnato i complici alla stazione. “È arrabbiato con loro – spiega – soprattutto per il fatto che erano molto insistenti nei confronti della moglie e dei figli. Ci sono aspetti che dovranno essere approfonditi. A sprazzi, nella sua memoria, stanno emergendo alcuni particolari importanti che mi ha riferito, ma questo non vuol dire che percepisca la realtà in modo normale.

Nella sua mente, infatti, rimane sempre la convinzione che nella villetta c’era il demonio”.

 

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