SUL: al comune di Cittanova una dipendente viene lasciata senza lavoro

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Mentre i dipendenti del Comune di Firenze timbrano in mutande e rischiano il licenziamento in quello di Cittanova una dipendente dopo 37 anni di onesto lavoro, da circa un anno, è stata trasferita tre volte per essere lasciata senza lavoro. Anziché valorizzare le professionalità presenti lo spirito di appartenenza, la grande disponibilità di lavorare oltre l’orario di servizio senza retribuzione aggiuntiva, il lavoro gratis in funzioni vicarie, tutto questo modo di essere dipendenti modello, non solo non paga ma diventa un problema da rimuovere.

            La sceneggiata messa in atto comprende alcune disposizioni di servizio datate dal dicembre 2014 al novembre 2015. Il primo trasferimento ha visto la collocazione della lavoratrice in un posto dove non era prevista la figura posseduta, non vi era un ufficio dove poter lavorare ma nemmeno una sedia per sedersi. Un calvario contornato da crisi depressive, fiumi di lacrime, battutacce dei colleghi che disconoscevano i fatti, che hanno messo a dura prova la salute e la serenità lavorativa della lavoratrice. Nel mentre si continuava a chiedere spiegazioni sul trasferimento, l’unità operativa di appartenenza della lavoratrice, si impallava e l’amministrazione comunale correva ai ripari attingendo a costose consulenze esterne senza retrocedere “sull’imboscamento forzato”. Difatti, è bene ricordare, ma il Segretario Comunale conosce bene le normative in materia, che la dipendente in questione ricopre il ruolo di Istruttore Amministrativo, Contabile e Procedurista categoria C5, da oltre 37 anni nel settore economico finanziario; che la mansioni assegnata con l’ultima disposizione è ascrivibile al profilo professionale della categoria B – esecutore amministrativo – in un posto di lavoro già occupato da altro dipendente che, in caso di assenza, viene sostituito puntualmente da un suo collega. Quindi, quale lavoro  dovrebbe svolgere l’istruttore amministrativo?

Insomma, non si comprende quale sia stato il peccato commesso dalla lavoratrice per meritarsi un simile trattamento di riguardo e una così tanta consapevole attenzione atta a trasformare l’intensa vita lavorativa in una costante condizione di non lavoro per quasi un anno. La pezza che si tenta di mettere a questo scenario, ridotto a brandelli da una chiara azione demolitrice della professionalità di questa dipendente, è composta da una serie di attribuzioni di mansioni superiori, di fatto svolte, ai lavoratori rimasti nel settore di appartenenza della dipendente in questione.

Tutto è stato posto in essere in violazione all’art. 52 comma 1 del D.Lgs 165/2001 che statuisce  “il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o alle mansioni equivalenti nell’ambito dell’area di inquadramento ovvero a quelle corrispondenti alla qualifica superiore che abbia successivamente acquisito per effetto delle procedure selettive”. L’amministrazione comunale ha fatto di tutto per disattendere tali principi legislativi e rilegare questa lavoratrice in posti dove non aveva alcun ruolo, ufficio, mansioni, né una sedia per sedersi.

Non è mai accaduto un caso analogo nella storia dell’amministrazione comunale di Cittanova, né di altre amministrazioni. Adesso bisogna porre rimedio e far valere i diritti di questa martoriata dipendente attraverso tutte le azioni legalmente percorribili. Purtroppo non sarà una bella pagina di storia per l’amministrazione comunale ma sarà un chiaro e forte segnale di difesa dei diritti dei lavoratori abituati ad osservare i propri doveri fino in fondo ma non più disponibili a fare da tappetino per essere calpestati da atti illegittimi e persecutori.

   REGIONE CALABRIA

                                                                        IL SEGRETARIO GENERALE S.U.L.P.I.

         Giuseppe Gentile

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