Tallini: qualcuno dovrebbe dire ad Oliverio che la campagna elettorale è finita

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“Il presidente Oliverio non sembra in grado di prendere le distanze, a cinque mesi dal voto, dai proclami elettoralistici. Forse qualcuno dovrebbe prendersi la briga di dirgli che la campagna elettorale è finita da un pezzo. E che sarebbe tempo, invece di continuare a declinare al futuro il suo impegno amministrativo, di discutere delle soluzioni dei problemi dei calabresi”.

Lo sostiene il consigliere regionale del Gruppo misto Mimmo Tallini, che aggiunge: “Il Presidente della Regione non perde occasione, nelle sue apparizioni in ogni luogo della Calabria per inviare messaggi che a volte suscitano persino ilarità: l’ultimo a San Mango d’Aquino, dove accanto all’on. Chieffallo ha lanciato una crociata contro le clientele. Tuttavia, a parte questi episodi che si commentano da sé, il punto vero è che in più occasioni e dinanzi a casi enormi che incidono fortemente sulla legalità amministrativa, la trasparenza ed il merito, il presidente Oliverio ed il suo cerchio magico hanno dato ampia dimostrazione di incoerenza. Ad incominciare dalla posizione irregolare del Segretario generale del Consiglio regionale avv. Carlo Calabrò, tenuto al suo posto nonostante una puntuale interrogazione del sottoscritto e le mie circostanziate critiche mosse nel corso di più sedute consiliari. Alla fine, dopo un mese e mezzo per verificare la validità delle mie osservazioni – spiega Tallini – il Segretario generale è stato mandato in pensione, indicando, fintanto che non si predisporrà il bando pubblico, un facente funzioni. Sorgono spontanee alcune domande, a questo punto, dato che il Segretario generale uscente ha avuto modo, ricoprendo una funzione delicata in una posizione contrastante con la legislazione vigente, di consentire l’espulsione dal Gruppo di Forza Italia del sottoscritto e del collega Orsomarso, entrambi primi degli eletti per Forza Italia nelle circoscrizioni Centro e Nord, nonché di assumere pareri sulla costituzionalità di leggi ed altri provvedimenti amministrativi. Autorizzando più volte una posizione di prorogatio del Segretario generale che sarebbe dovuto andare in pensione fin dal 31 luglio 2014 e che alla fine si è rivelata contrastante con le leggi in vigore, non si è condizionata l’autonomia stessa del Segretario generale, invadendo, da parte della politica, la sfera d’indipendenza del vertice amministrativo del Consiglio? Certo che sì. E ancora – conclude il consigliere regionale d’opposizione – davvero, mentre si dimostra, nominando un Segretario generale facente funzioni dopo cinque mesi dal voto, che non si è stati capaci di garantire trasparenza amministrativa e tempestività nella scelta dei vertici amministrativi, si può continuamente far ricorso alle parole legalità e buona amministrazione, sperando che i calabresi non si rendano conto che questa Presidenza e il suo cerchio magico agiscono improvvisando anche dinanzi a situazioni che richiederebbero massima serietà, scrupolo e programmazione? Ormai, si è capito che l’unico obiettivo di chi ha vinto le elezioni è stabilizzare l’uomo solo al comando, perché nessuno osi disturbarlo. Su Calabrò la legalità l’abbiamo ripristinata noi. E sarà sempre l’opposizione a ripristinarla su molte altre vicende”.

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