Nei giorni scorsi è stato denunciato attraverso una lettera a firma della signora Maria Rosa C., il caso di una bimba disabile dell’istituto comprensivo “Monteleone-Pascoli” di Taurianova esclusa dall’uscita didattica della sua classe. Come riporta il sito Approdonews, la madre della bimba in questione, che per ragioni di privacy viene chiamata Claudia, nel corso di una tranquilla mattinata viene a sapere da una compagna della figlia che le terze classi dell’Istituto quella mattina si trovavano in gita a Reggio. Preoccupata e ignara della situazione, la madre, che aveva accompagnato regolarmente la figlia a scuola “telefona alla Scuola Monteleone-Pascoli, e l’interlocutore conferma che le classi di terza erano in Gita a Reggio Calabria, per assistere ad un musical.
Tuttavia, nulla sanno di Claudia, meglio, riferiscono che la minore in questione non era stata autorizzata a partecipare alla gita e che, quindi, era rimasta sola in classe (!).
Il punto fondamentale della vicenda, è che il genitore non era stata messo a conoscenza dell’evento.
Né, nel caso specifico, può valere l’eventuale assurda giustificazione della Scuola che la minore doveva riferire a casa nei giorni precedenti, in quanto Claudia è una ragazzina disabile, con grossi problemi di linguaggio, e pertanto, ben gli insegnanti potevano e dovevano chiamare il genitore (o scrivere sull’agenda della ragazzina, come in passato è stato fatto più volte) per informare dell’evento, del giorno e del costo per la partecipazione.”
Vito Crea, Presidente Associazione ADDA si è espresso sulla vicenda: “Il caso della bambina disabile dell’istituto comprensivo “Monteleone-Pascoli” di Taurianova esclusa dall’uscita didattica della sua classe è l’ultimo di una lunga serie di episodi di identica gravità ed evidenzia un approccio alle problematiche della disabilità scolastica che non può non dipendere da una professionalità degli operatori che si attesta molto al di sotto dei livelli da considerare ottimali.
Anche in questo caso -come nel precedente di Francesca Crea- la causa dell’esclusione appare a prima vista da ricercare in un corto circuito comunicativo tra scuola e famiglia. Il problema però non è il cortocircuito -in sé suscettibile di essere derubricato ad episodio isolato- ma il contesto in cui si genera, caratterizzato – come emerge da molti indizi che si potrebbero analizzare singolarmente- da una visione della presenza del disabile nella classe non come la norma ma, ad onta delle affermazioni “scolasticamente corrette”, come un’eccezione da gestire con il minimo di danni per tutti, soprattutto per gli operatori. E’ inevitabile, sulla base di siffatto background, che prima o poi l’incidente si verifichi e nasca lo scandalo, al quale poi si appongono pezze peggiori del buco.
Come associazione ADDA continueremo vigilare, con la collaborazione soprattutto dei genitori, per denunciare all’opinione pubblica episodi come quello di Taurianova, ma ci adopereremo altresì per cambiare la cultura degli operatori scolastici, che dovranno essere formati per considerare, nei fatti e non a parole, la disabilità come un motivo di esclusione”