Tre gelati e un bottiglia d’acqua 42 euro. Turisti inglesi chiamano la polizia a Roma

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Non siamo ai livelli della storica scenetta in cui Totò vuole vendere la Fontana di Trevi ma poco ci manca. Lo scenario è sempre quello, a due passi dal fontanone infatti dei turisti inglesi hanno pagato 42 euro per tre coppette e una bottiglia d’acqua, in particolare tredici euro a gelato più i tre per una bottiglietta di minerale. La coppia in vacanza nella capitale dopo un’accesa discussione con il titolare del bar Il Caffè i turisti (nomen omen) nella quale allo stesso hanno detto «Da quando siamo arrivati a Roma abbiamo fatto molta attenzione a non finire vittima dei borseggiatori, ma non avremmo mai pensato venir truffati qua», hanno pagato il conto e imbufaliti se ne sono andati.

Il mattino seguente però i malcapitati hanno decidoso di rivolgersi alla polizia che insieme a loro torna nel locale. L’epilogo è lo stesso delle tante storie simili a questa: di fronte al titolare che mostra i prezzi regolarmente indicati nel menù, gli agenti non possono fare altro che allargare le braccia.

«L’errore è loro, io suggerisco sempre ai clienti stranieri di leggere il menù», ha spiegato. E per giustificare la differenza di prezzi ha indicato la coppa in vetro in cui è stato servito il gelato ai tre inglesi seduti al tavolo. Una coppa piuttosto grande, «praticamente un pranzo». La politica del doppio prezzo (al banco o a sedere) viene adottata da tutti i bar del centro. A Roma come nelle maggiori città turistiche d’Italia. Talvolta le maggiorazioni sono giustificate dal servizio, altre volte meno. Spesso si fermano al doppio del costo per il consumo al bancone, non di rado salgono fino a sfiorare il triplo.

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