Dopo 33 anni, l’Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea (Icsaic), che ha sede all’Università della Calabria, ha sospeso la propria attività.
Questa notizia comunicata dal Presidente dell’Istituto Pantaleone Sergi desta allarme e preoccupazione per l’enorme danno che, con la chiusura dell’Icsaic, sarebbe arrecato alla cultura e alla storia calabrese.
Ed e’ davvero incredibile che in una regione dove si sperperano milioni di euro per finanziare attività e sagre paesane di scarso valore e significato, le poche istituzioni culturali di spessore e qualità, come l’Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea, siano costrette a chiudere per mancanza di finanziamenti, nonostante l’Icsaic sia perfino riconosciuto dalla legge regionale n. 31 dell’1 dicembre 1988.
Dobbiamo a tutti i costi impedire la chiusura dell’Icsaic. Un istituto che in tutti questi anni, sia pure con mezzi poveri e risorse scarse, ha svolto un’intensa ed apprezzabile opera di ricerca, riflessione e divulgazione sulla storia contemporanea della Calabria e sui nuovi temi della didattica della storia.
Pertanto, nel condividere la ferma denuncia del Presidente Sergi e del Direttore Masi, ci uniamo alla richiesta che da varie parti è stata presentata affinchè finalmente il Presidente della Regione Oliverio e il Presidente del Consiglio Regionale Irto si assumano le proprie responsabilità e promuovano tutte le iniziative necessarie atte a scongiurare il drammatico esito che si profila.
In tal senso riteniamo che occorre rilanciare l’Istituto ripartendo dall’inizio e cioè dando piena e concreta alla legge regionale 31/1988 che recita testualmente “La Regione riconosce negli studi di storia contemporanea della Calabria uno strumento indispensabile di sviluppo culturale, nonché di promozione civile e sociale della comunità regionale e promuove la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, politico e culturale dell’antifascismo e della resistenza. Per la realizzazione delle finalità di cui alla presente legge è stanziata annualmente una somma idonea a far fronte alle attività dell’Istituto Calabrese per la storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, che persegue statutariamente le finalità di cui al precedente articolo, svolgendo studi e ricerche, acquisendo, conservando e mettendo a disposizione della collettività materiale librario e di archivio, nonché collaborando all’eventuale organizzazione di specifiche attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado della Regione.”
Oliverio e Irto non devono fare altro che attuare la legge che esiste ed è vigente. Non sono ammessi né alibi né giustificazioni di sorta.
Noi comunisti vigileremo affinchè la Calabria non subisca un nuovo scippo.
MICHELANGELO TRIPODI
(COORDINAMENTO REGIONALE PCI)