Tripodi: Zimbalatti detto Zimba, l’autista, l’auto blu e l’arroganza del potere

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Il disastro nella società reggina provocato dalla fallimentare giunta Falcomatà è totale e investe drammaticamente ogni settore amministrativo, nessuno escluso, della vita cittadina.

Uno degli ambiti che, all’interno della macchina comunale, vive una condizione di vera e propria emergenza è quello della Polizia Municipale. I vigili urbani, ormai da troppo tempo, non hanno pace e, a causa delle scelte irresponsabili del sindaco Falcomatà, sono costretti a vivere una condizione di pesante incertezza coniugata alla mancanza di prospettive strategiche.

Nei circa due anni e tre mesi di vita della giunta Falcomatà, la Polizia Municipale è già stata diretta, udite udite, da ben cinque dirigenti: una media di meno di sei mesi per ogni “comandante”.

Si tratta di dirigenti amministrativi che, come sancito da una corposa ed univoca giurisprudenza in materia, non hanno i titoli per poter comandare la Polizia Municipale.

Insomma, la giunta Falcomatà ha sistematicamente dimostrato, sfidando le leggi, una macroscopica incapacità amministrativa che provoca un grave stallo che colpisce i vigili e che, di conseguenza, si riverbera sui cittadini, i quali patiscono le decisioni scellerate dell’inadeguato sindaco dei selfie.

La situazione della Polizia Municipale, al netto delle palesi violazioni normative operate dalla giunta Falcomatà, rasenta i limiti del collasso poiché vi è un numero decisamente esiguo di vigili operativi.

Sembrerebbe che i vigili operativi della nostra città siano soltanto 106; di questi 46 sarebbero gli idonei, mentre 60 possono operare con prescrizioni che sono state riconosciute dai medici competenti.

Pertanto, tenuto conto del modestissimo numero di vigili operativi ed idonei della nostra città (46), siamo convinti che nessuno si sognerebbe mai di distogliere neanche una sola risorsa per attività slegate dalle attività esecutive e, quindi, dai turni e dai servizi previsti.

Invece no: a Reggio la bieca arroganza del potere sovverte ogni minimo di buon senso; siamo ben oltre la più nefasta fantasia.

Dobbiamo registrare infatti, che vi sono ben individuati soggetti che, infischiandosene del comune senso del pudore e rincorrendo un tronfio atteggiamento tipico da epoca feudale, confondono dolosamente il Bene Comune con la proprietà privata e personale.

In tal senso, grida letteralmente vendetta e suscita profonda indignazione quanto accade presso l’assessorato comunale alla Polizia Municipale.

Sembrerebbe che l’attuale assessore alla Polizia Municipale Nino Zimbalatti detto Zimba si sia fatto formalmente assegnare un autista e un auto di servizio, la classica auto blu che in questa circostanza è una fiammante e scattante Mercedes. Come se ciò non bastasse per indignare l’opinione pubblica, sembrerebbe che l’autista in questione sia uno dei 46 vigili operativi, mentre pare che la “macchina blu” sia una delle sole due auto civetta in dotazione alla Polizia Municipale.

Pare che si tratti di due automobili che provengono da un’assegnazione alla Polizia Municipale, disposta dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati, per svolgere attività d’indagine o d’ufficio e che certamente non sono state destinate per diventare la macchina dell’assessore Zimbalatti detto Zimba.

Si tratta di una decisione vergognosa che non è giustificata, né giustificabile e sulla quale auspichiamo l’intervento dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati.

Riguardo l’eventuale obiezione secondo la quale l’autista e l’auto blu sarebbero una “dotazione” dovuta e ineluttabile a favore dell’assessore pro-tempore, smentiamo immediatamente questo assunto poiché basta rammentare che il precedente assessore alla Polizia Municipale, in carica fino al 24 dicembre scorso, non si era fatto assegnare né autista né auto blu.

Mentre oggi assistiamo ad una sconfinata arroganza, per molti versi anche volgarmente sbruffona,

Tenuto conto della gravità dei fatti crediamo che l’assessore con autista e auto blu, Zimbalatti detto Zimba, debba rassegnare immediatamente le dimissioni.

Chiediamo, infine, al sindaco Falcomatà se è complice di questa nuovo scandalo che investe pesantemente la sua amministrazione e che rappresenta una nuova sconcezza a carico degli incolpevoli ed esausti reggini che sono sempre più concordi nel definire fallimentare la giunta comunale del PD.

 

 

Ivan Tripodi (Segretario cittadino PCI Reggio Calabria)

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