Riceviamo e pubblichiamo
Ho visto il video sui veleni di Crotone.
SEQUENZE CHE HO DOVUTO E VOLUTO VISIONARE PIU’VOLTE PER RENDERMI CONTO CHE QUELLO A CUI STAVO ASSISTENDO NON ERA UN FILM, MA UNA REALTA’ DRAMMATICA CHE SI STA CONSUMANDO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI.
PSICOLOGICAMENTE HO DOVUTO SUPERARE L’ENORME DISGUSTO CHE PROVAVO PER L’ ORRORE CHE ESPRIMEVANO QUELLE IMMAGINI.
Ho ascoltato,incredulo ed esterrefatto,la descrizione di quei siti carichi di rifiuti tossici che hanno inondato, gran parte del civismo e del collettivo, di tumori che scoppiano come un comune raffreddore o una delle tante epidemie d’influenza, in un degrado che corre verso l’annientamento del vivere collettivo.
Un inorridire ad ogni fotogramma che passava.
Sgomento, per le parole della gente nelle quali emerge, in modo prepotente, un dolore profondo, senza confine, per un convivere costante con la morte seduta davanti alla porta di casa.
In loro quasi una disperata rassegnazione ad un destino beffardo, che annienta la vita per un effimero termine di progresso demenziale.
E’ da tempo immemorabile che circola la voce e il sospetto che la città di Pitagora si sia trasformata, in gran parte, in una discarica tossica, ricettacolo di scorie radioattive e di altri rifiuti altamente inquinanti e velenosi, peggio di quei lontani e sperduti deserti in cui vengono fatti gli esperimenti nucleari.
Le varie denuncie hanno inizialmente portato ad un impegno governativo per una rapida bonifica del sito avvelenato, si sono mossi gli Enti interessati che avrebbero dovuto risolvere il problema, con un provvedimento,capace di svellere le radici del male e del danno, per salvaguardare l’incolumità dei cittadini, anche per una parziale prevenzione del futuro.
Purtroppo, alle parole non sono seguiti i fatti, situazione eguale alle tante altre promesse mai mantenute.
La realtà è rimasta invischiata e affogata nel gorgo insano delle scorie mortali con la gente che continua ad ammalarsi e a morire.
Questi residui, altamente venefici, sono stati accumulati senza alcuna prevenzione, per anni, andando a formare collinette di erbacce sulla sponda del mare, dove sono interrati elementi come:
Antimonio,arsenico,berillio, cadmio,cobalto, cromo totale, cromo sesto, mercurio, nichel, piombo, rame e cromo isovalente; secondo quanto elencato nel video.
Un laboratorio di termini chimici i cui scarti e residui si sono riversati sulla vita della gente.
In tutta la città, in almeno 18 zone secondo le indagini e le denunzie dei cittadini, esiste un pericolosissimo ambiente inquinato.
Si può affermare, con dolore e rimpianto, che un bambino che nasce,nella geografia a rischio di Crotone, da subito potrebbe essere già privo d’ogni speranza, il domani cancellato e la consapevolezza di lasciare la scena umana senza neppure averne visto una piccola molecola,così come molti adulti che, senza avere alcuna avvisaglia si trovano colpiti dal male.
Cosa è diventata Crotone e la nostra Calabria?
Una domanda che non ha risposte,tanto meno soluzioni immediate.
Per la frenesia del futuro abbiamo cancellato le formule antiche dell’esistere, minando le radici della natura, bruciando l’ambiente, trasformando la regione in una cimitero.
Noi collettivo umano siamo i colpevoli del degrado che abbiamo lasciato precipitare, pericolosamente, verso il fondo dell’esistenza.
Oggi, forse, qualcuno si rende conto di pagare un prezzo troppo alto all’affannosa corsa al progresso, una ipoteca mortale per un futuro che non ci potrà essere, ma solo croci e tombe.
Gianfranco Turino
Presidente di Calabria Sociale