La situazione lavorativa in Calabria è sempre più un abisso, con l’impossibilità di trovare soluzioni valide o riuscire a porre un freno alla rovinosa e costante caduta verso il baratro. Uno degli ultimi atti è la VICENDA INFOCONTAT, la cui titolarità padronale ha inteso dismettere il sito locale senza alcun rispetto per i 272 lavoratori a tempo indeterminato e ai diversi contrattisti a termine (precariato senza un vero e reale futuro) cancellando il rapporto in violazione di tutte le regole, scritte e morali.
La larvata giustificazione dei responsabili è stata che, non avendo ottenuto la concessione in appalto della COMMESSA WIND MOBILE, avrebbero dovuto rinunciare alla Calabria(Lamezia Terme) per trasferirsi in altre località più appetibili perché meno costose.
Uno “scippo”che si aggiunge a quanti già subiti nel tempo e nello spazio.
Nella storia infinita del lavoro che manca e che viene a mancare è ricomparso il ricorso al contratto di solidarietà.
Un attimo di respiro, che i lavoratori hanno accettato con il voto referendario, per continuare ad avere un salario, anche se ridotto, per non essere degli emarginati nel mondo dei senza domani, per sopravvivere, si sono attaccati, con rabbiosa furia, ad ogni singola molecola di speranza, il dopo, purtroppo, resta un punto interrogativo, che si somma ai tanti già presenti nella regione.
La solita storia, quella che da sempre colpisce la Calabria,violentando un ambiente disperatamente alla ricerca di stabilità,a cui si aggiunge, l’ennesimo capitolo di guasti del mondo del lavoro,con il licenziamento dei dodici dipendenti del supermarket Sidis.
Un sistema che dissangua quel poco che esiste.
Quanto accade nella nostra società è una morte sociale che prosegue, la sua corsa infettiva distruggendo e cancellando tutto,per lasciare, sul terreno, l’anima e la mente di chi non ha più un futuro.
La disoccupazione è un dato statistico in continua raggelante ascesa che colpisce quasi tutta le classi, in particolare i giovani, usciti dalle scuole, alla ricerca di collocazione, una generazione che rischia di svanire senza trovare lo spazio per essere se stessa, con la politica che si ricorda di questa umanità solo in momenti elettorali utilizzandola per i propri tornaconto con promesse che, invariabilmente, non trovano successivamente alcun riscontro pratico
Gli esempi sono i tanti fatti giornalieri che dilagano, allargando, ogni attimo, la schiera di coloro che non hanno più niente, personaggi e famiglie che non sono in grado di assicurare la garanzia dell’esistenza.
Per noi è l’amara costatazione di una società sempre più proiettata verso il vuoto assoluto.
Con le nostre denunce,intendiamo, ancora una volta, sollecitare la coscienza dei gestori della politica regionale, provinciale e cittadina,ricordando loro le responsabilità che hanno verso la gente che li ha eletti, oltre a spingerli a tentare di frenare gli effetti negativi di questo tracollo, senza inutili finzioni di parte.
Gianfranco Turino
Responsabile Settore Ricerche, Studi e Programmazioni