Massimo Maravalle, informatico di 48 anni, la notte tra il 17 e il 18 luglio dell’anno scorso si alzò dal letto per raggiungere la stanza del figlio adottivo Maxim di 5 anni, uccidendolo in quello che per i giudici fu un raptus di follia. Dopo quattordici mesi da quel tragico giorno, la moglie dice di averlo perdonato e di essere pronta a tornare a vivere con lui. L’uomo era stato rinchiuso nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, in provincia di Caserta, ma ora potrà lasciare la casa di cura per far ritorno a casa, in quanto secondo la sentenza, fu preda di “un delirio letale, paranoide e persecutorio” e per questo non punibile perché incapace di intendere e di volere al momento dei fatti.
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