È stato arrestato il presunto autore dell’omicidio di Francesco Covato, ventenne sparito nel nulla la sera del 23 gennaio del 1990 a Vibo Marina: si tratta di Nazzareno Colace, di 57 anni, con precedenti e legato alla cosca di ‘ndrangheta dei Tripodi-Mantino di Porto Salvo, coinvolto nel 2016 nell’operazione “Costa Pulita”. L’arresto è stato fatto dai carabinieri in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda del capoluogo.
Si tratta di un caso di lupara bianca. Covato uscì di casa la sera della scomparsa a bordo della sua autovettura, senza più fare ritorno. Le ricerche delle forze dell’ordine, avviate a seguito della denuncia del padre della vittima, portarono al solo ritrovamento dell’automobile nel parcheggio della Stazione Ferroviaria di Tropea.
Secondo quanto emerso dal lavoro investigativo, il movente del delitto sarebbe da attribuirsi ad una vendetta volta a riaffermare il potere della famiglia Tripodi, egemone nel territorio di Vibo Marina-Portosalvo. Colace avrebbe ucciso il giovane ed occultato il suo corpo per rifarsi di un agguato subito per mano della vittima nel 1987, allorquando fu investito da una pioggia di proiettili mentre percorreva la Strada Statale 522. Al contempo l’intento della cosca era quello di fermare l’irruenza di Covato che da tempo imperversava a Vibo Marina commettendo atti intimidatori e reati contro il patrimonio, senza il placet e in contrasto con le direttive del gruppo criminale.
Il cinquantasettenne è stato arrestato al termine di una prolungata attività di localizzazione svolta dai militari dell’Arma, che hanno circondato l’abitazione sorprendendolo nel sonno. (ANSA).