Riceviamo e pubblichiamo
La Segreteria Regionale della Uil Calabria, a seguito della manifestazione di protesta dei lavoratori precari calabresi, chiede al Governo Renzi un cambio di passo immediato nelle politiche di sviluppo dell’estremo lembo della Penisola ed una attenzione rinnovata e maggiore nei confronti della Calabria.
La massiccia partecipazione dei lavoratori socialmente utili, di quelli di pubblica utilità e di coloro che sopravvivono a stento all’interno del bacino degli ammortizzatori sociali in deroga, alla mobilitazione di mercoledì scorso ha messo ancora una volta in luce il malessere in cui sono costretti a dimenarsi quotidianamente migliaia di lavoratori calabresi.
Non c’è più tempo da perdere. Il malessere potrebbe trasformarsi repentinamente in una bomba sociale, in una Regione che deve sopportare un esecutivo regionale in stallo e, ormai, proiettato alle prossime consultazioni elettorali.
La mobilitazione che ha riguardato tutta la Calabria e che ha portato alla convocazione della Cabina di regia per il prossimo 8 ottobre a Roma è l’ennesima dimostrazione del fatto che, per la Calabria, ci si muove solo quando il disagio e la tensione sociale salgono sino al punto da trasformarsi in problemi di ordine pubblico.
Oggi non bastano più le soluzioni emergenziali. Adesso più che mai la Calabria ha bisogno di interventi concreti e risolutivi. Di fatti e non di parole.
Il Presidente del consiglio Matteo Renzi deve essere consequenziale, rispettare gli impegni presi con i cittadini calabresi e riportare concretamente e con prontezza questa Regione al centro della sua agenda di Governo.
In questo contesto la Cabina di regia potrebbe giocare un ruolo determinante, ma non è più rinviabile nel tempo la sua effettiva operatività per la risoluzione delle tante crisi attualmente aperte in Calabria partendo dal delicato aspetto degli ammortizzatori sociali.
Sino a quando il Governo Nazionale e il futuro Governo Regionale non saranno in grado, attraverso giusti investimenti, di creare occupazione, perché i calabresi vogliono lavoro e non assistenzialismo, non è possibile negare il sostegno al reddito necessario per il sostentamento delle famiglie, anche perché la sottovalutazione di questo problema di ordine occupazionale e sociale potrebbe causare nel tempo seri problemi di ordine pubblico.