Uil Calabria: Oliverio sta disapplicando le regole del gioco democratico

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Il dibattito sul ruolo unico non ci ha appassionato sin dall’inizio. Non siamo né distratti né disattenti, siamo semplicemente convinti che le priorità per la Calabria non siano queste, ma quelle – solo per dirne alcune – della disoccupazione senza freni, del precariato istituzionalizzato, dei fondi europei a rischio restituzione, della fuga dei cervelli da bloccare, del programma Garanzia giovani che stenta a partire, della lotta alla criminalità organizzata ed alla corruzione dilagante, in poche parole del futuro della nostra regione.

Se l’idea del governatore Oliverio, che naturalmente deve passare al vaglio urgente di un tavolo sindacale, può portare benefici in termini di costi e sburocratizzazione dell’ente regionale allora ben venga ma non a discapito dei lavoratori che, troppo spesso, pagano errori che sono di altri.

Ciò che ci preoccupa è l’atteggiamento commissariale di Mario Oliverio che, in questo primo scorcio di legislatura, sta disapplicando le regole del gioco democratico, e le modalità del  giusto confronto  istituzionali in nome di una supposta revisione della spesa.

In questa sede vogliamo porre l’accento sul rischio insito in questa proposta che, prevedendo l’omologazione dei ruoli, rischia di creare un effetto controproducente sulla tenuta istituzionale dei due organismi regionali.

E’ importante non svilire tutto in nome di una spending review senza costrutto che finisce per colpire solo ed esclusivamente i dipendenti della giunta regionale e quelli del consiglio regionale, verso i quali c’è la massima attenzione del sindacato.

La Uil calabrese è convinta che in questa fase storica per la Regione sia determinante portare a compimento una seria ed approfondita lotta agli sprechi ma, fermo restando la necessaria riorganizzazione della burocrazia regionale sulla quale siamo pronti a confrontarci, è determinante non lanciare un segnale distorto. Crediamo che gli sprechi della politica in Calabria non si annidino fra le file dei lavoratori calabresi: coloro che, in ogni momento di crisi, hanno finito per pagare il dazio più pesante.

Mario Oliverio smetta i panni del commissario, nomini la sua squadra di governo e metta da parte la gestione monocratica del lavoro legislativo, tenga accesi i riflettori di Renzi sulla Calabria e metta in moto un processo riformatore concreto sul quale siamo pronti a confrontarci senza steccati ideologici. Il governatore vigili sulla corretta organizzazione delle strutture speciali e la loro duplicazione; così come di quelle a disposizione dei consiglieri regionali che, troppo spesso, sono state riempite da collaboratori al cinquanta percento. Si applichi nel ripristino delle regole democratiche in Consiglio regionale. Inizi con lo stabilire, alla luce del ridotto numero di presenze nell’aula di Palazzo Campanella, il corretto numero di commissioni consiliari, ne garantisca il corretto utilizzo ma azzeri le indennità aggiuntive per il presidente ed il vice presidente delle stesse.

Tagli il peso dei fitti sulle casse regionali e quello dei noleggi di autovetture. Elimini le disponibilità economiche previste nella diretta gestione del Presidente della giunta e di quello del Consiglio regionale per le cosiddette spese di rappresentanza. Sia il custode delle riforme sui costi della politica, come quella della cancellazione dei vitalizi e della ridefinizione degli emolumenti ai consiglieri, approvati nella scorsa legislatura e scongiuri il ritorno ad antiche pratiche. Dia prova di trasparenza e renda pubbliche, in maniera analitica, le spese sostenute dal presidente della giunta, da quello del Consiglio e dei gruppi consiliari.

Se Mario Oliverio ha un progetto concreto di spending review, lo abbiamo detto in tempi non sospetti, siamo disponibili al ragionamento. Ma si deve mettere mano al mondo delle partecipazioni regionali ad associazioni, fondazioni, società in house, enti sub regionali, consulenze ect ect, che hanno rappresentato in questi anni la vera spesa incontrollata regionale e veri e propri poltronifici per coloro che sono stati bocciati dall’elettorato. In questo campo il sindacato è pronto a svolgere i compiti che gli sono demandati.

Ai calabresi, infine, la Uil lancia un appello: non si faccia attrarre nel gorgo dell’astensionismo, ma ritorni a svolgere la funzione di controllo sociale e di selezione della classe dirigente che gli è propria.

                                                                                                         

Il Segretario Generale

                                                                                                                 Santo Biondo

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