Un breve, brevissimo, giro di valzer di campagna elettorale, e saranno elezioni. Una campagna che cade nel bel mezzo del carnevale, quasi una metafora di una politica trasformista, sempre più caricaturale: dai personaggi variopinti alle promesse stravaganti.
La Piana si prepara alle elezioni sfogliando l’elenco dei nomi, ma facendo anche qualche sbadiglio a causa di una sindrome d’abbandono che patisce nei confronti di una politica nazionale che bada ad altro. Nel territorio degli ulivi si paga dazio ad una sanità insufficiente, ad una politica sui rifiuti inefficiente e ad una politica industriale indecente. Ma, tant’è, si deve pur votare, e allora si andrà sicuramente in cabina elettorale spinti dai più variegati motivi.
Ci sarà il debutto del nuovo sistema elettorale, il cosiddetto Rosatellum-Bis, che è una stracciatella tra maggioritario e uninominale: ci sono le coalizioni, ma anche no, perché c’è anche il volto del candidato che ci mette la faccia nel collegio. Una cosa, di sicuro, è positiva: sulla scheda elettorale ci saranno tutti i nomi dei possibili deputati e senatori.
La Piana vota insieme alla Locride nel collegio 7 (denominato Gioia Tauro), sebbene vi siano alcuni comuni accorpati al collegio 8 di Reggio o a quello 6 di Vibo. Sulla scheda l’elettore pianigiano troverà una serie di proposte: vi sarà un nome che corrisponde al candidato uninominale (ossia quello che se vince ha già un biglietto per il Parlamento) e poi il simbolo del partito (o dei partiti della coalizione) con un listino di nomi che compongono la parte proporzionale e che saranno eletti in base a quanto i loro partiti prenderanno a livello nazionale.
La battaglia più interessante è quella dell’uninominale, quella che alla fine dello spoglio chiarirà immediatamente chi è il deputato o il senatore del collegio. In pratica la battaglia con più carica motivazionale.
Alla Camera vi sono tre candidati che hanno maggiori chance di vincere il pass per Montecitorio. La coalizione di centrodestra, che ha messo in campo il consigliere regionale in carica Francesco Cannizzaro, la coalizione di centrosinistra con l’ex sindaco di Rosarno, e attuale direttore amministrativo dell’ASP reggina, Elisabetta Tripodi, e il Movimento 5 Stelle con il giovane avvocato Giuseppe Antonio Germanò. Nel 2013, alle ultime elezioni parlamentari, il centrodestra vinse in quasi tutti i comuni della Piana, mentre il Pd dovette guardarsi le spalle dai 5 stelle che lo affiancarono in alcuni paesi o addirittura lo superarono in una manciata di comuni.
Le due coalizioni hanno deciso di investire su volti noti, candidati locali e radicati. Cannizzaro è stato capace di mietere grandi consensi alle ultime regionali, mentre la Tripodi è attesa ad una sorta di prova di maturità politica ed elettorale. Per i 5 Stelle il discorso è diverso: Germanò, sebbene vittorioso alle parlamentarie dei pentastellati, non ha un cursus honorum pesante in politica, ma avrà dalla sua un consenso forte per i grillini che, in Calabria, quando si vota per elezioni nazionali, vanno sempre in abbondante doppia cifra elettorale.
Per sbancare la slot dei sogni, però, non sarà sufficiente sapersi affermare sul Tirreno, visto che la Locride peserà tanto, ed i partiti della zona ionica sono sul piede di guerra per una sottovalutazione del loro peso in relazione ai seggi sicuri. Conteranno, inoltre, anche fattori di politica reggina, visto che la classe dirigente di Forza Italia è in subbuglio per l’esclusione del fortissimo consigliere regionale Alesandro Nicolò, dato già per deputato, ma uscito dalle liste. Il peso di Berlusconi è stato eccessivamente criticato a Reggio, così come qualche mal di pancia c’è stato nel Pd, reo di aver “fatto fuori” il giovane ricercatore universitario Marco Schirripa, una delle star della Leopolda e possibile trait d’union con la Locride.
L’elettore, è bene ricordare, che quando andrà ad esprimere la sua preferenza nell’uninominale, trascinerà anche la coalizione, sempre che non indichi volontariamente quale partito vuole premiare. Nelle due coalizioni principali, volti noti ce ne sono, ad esempio la ministra Pd Marianna Madia, i big cosentini di FI Jole Santelli e Roberto Occhiuto, ma anche Domenico Giannetta negli azzurri, sindaco di Oppido e colonnello provinciale dei berlusconiani, e anche un vecchio frequentatore della gerarchia parlamentare e regionale: Luigi Fedele, che guida il listino della “quarta gamba” del centrodestra.
Al Senato la musica è diversa, perché il collegio elettorale è molto più ampio. Il senatore dell’uninominale verrà fuori da tutto il territorio provinciale reggino. Nel centrosinistra c’è un esponente di peso della sinistra della Piana: Ottavio Amaro, sindaco storico di Melicucco e apprezzato docente universitario alla “Mediterranea”. Tra i listini degli aspiranti senatori troviamo il polistenese Giuseppe Auddino, esponente di lungo corso del meet up grillino e docente di fisica al liceo classico “Guerrisi” di Cittanova.
Parola alla campagna elettorale, dunque, con i candidati dell’uninominale che sperano in un posto a Roma e quelli del proporzionale che incrociano le dita per possibili ripescaggi. Troppo presto per dire chi è favorito, le incognite sono: quanto peserà la locride, quanto peseranno le scelte nazionali e quanto lavoreranno i big provinciale dei partiti. Di sicuro c’è che mai come oggi è fortissimo lo spettro dell’astensione, specie in una Piana falcidiata da crisi economica, criminalità e dall’esodo di tanti giovani. E dalla paura che essere onesti e pronti a resistere, a queste latitudini, possa non essere sufficiente per avere attenzione dallo Stato.
Domenico Mammola