Il mare in montagna, questo il titolo del nuovo spettacolo del Laboratorio Rosarno ’76 andato in scena venerdì 22 febbraio al Teatro Comunale di Catanzaro per la rassegna teatrale Vacantianducon la direzione artistica di Diego Ruiz e Nico Morelli e la direzione amministrativa di Walter Vasta.
Il testo, liberamente tratto da Evviva u sindacu di Carmen Corrado, è stato scritto da Michele Spataro che firma anche la regia dello spettacolo. Sul palcoscenico, tra attori storici e nuove leve, si sono avvicendati ben 13 interpreti Giuseppe Cannatà, Mimmo Cannizzaro, Pino Tramonti, Gianni Santoro, Sandro Fucà, Lorena Muzzupappa, Massimo Porretta Domenico Bottiglieri, Michele Tagliafierro, Gregorio Collia, Achille Rosarno, Marilena Reitano e Rebecca Labate,alcuni dei quali hanno ricoperto un doppio ruolo.
Una commedia divertente e vivace ambientata in un paesino tra le montagne calabrese alle prese con le elezioni del nuovo sindaco. È dunque la politica il tema centrale di questo spettacolo. La politica delle ipocrisie, degli intrighi e delle false promesse. Un ritratto impietoso ma reale con personaggi che, pur nelle loro iperboli, riescono a rappresentare delle situazioni facilmente riscontrabili nella quotidianità suscitando genuine risate.
Il primo atto si svolge in una dimensione tutta domestica. Siamo nell’appartamento del sindaco uscente Silvio Pigliatutto interpretato dal sempre bravo Giuseppe Cannatà che briga al telefono con potenziali elettori barattando favori in cambio di voti. Al suo fianco una irresistibile Marilena Reitano nel ruolo di sua moglie Teresa, una first lady della porta accanto che si divide tra zabaioni ed exit poll.
Nel secondo atto il tema della commedia si apre ad una dimensione pubblica. Lo spazio scenico si trasforma in uno studio televisivo che vede un faccia a faccia tra il sindaco uscente e il suo avversario Matteo Cacarella (Sandro Fucà) accompagnato da un dinoccolato spin doctor attraversato da sprazzi di spiritata follia e interpretato da un verace Gianni Santoro. Intorno ai due politici una pletora di personaggi nei ruoli più disparati mentre la moderatrice Jenny Tacchino (Lorena Muzzupappa), in continuo affanno, cerca di sedare gli animi.
Tuttavia, al di là del valore artistico dello spettacolo un plauso va a Michele Spataro, cuore pulsante della compagnia che con la sua passione e il suo impegno ha saputo avvicinare tanti giovani all’arte teatrale senza dimenticare l’incidenza sociale e la funzione culturale portata avanti, in decenni di lavoro, dal Laboratorio Rosarno ’76, una compagnia di teatro amatoriale con attori non professionisti che è riuscita a portare il teatro dove non c’era mai stato, fin nelle piazze dei paesi più sperduti della Calabria raccogliendo spettatori di ogni età e di diversa estrazione sociale e regalando loro risate e serenità.
Al termine della commedia l’omaggio della tradizionale maschera, simbolo della rassegna Vacantiandu ideata dal graphic designer Alessandro Cavaliere e realizzata dal maestro Raffaele Fresca, che il direttore artistico Nico Morelli e il direttore amministrativo Walter Vasta hanno consegnato a Giuseppe Cannatà, presidente del Laboratorio Rosarno ‘76.