Reggio Calabria. Nel corso del suo lungo intervento presso la Camera di Commercio di Reggio Calabria durante la conferenza «Economie illegali e criminali», il Vice Comandante del R.O.S. dell’Arma dei Carabinieri, Col. Pasquale Angelosanto, nella giornata di ieri 20 novembre, ha effettuato una descrizione della ndrangheta a 360 gradi, parlando dei suoi riti, delle sue gerarchie e delle diramazioni in tutto il mondo, da quella che è riconosciuta come l’organizzazione criminale più potente della terra.
Il vice comandante generale del Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma dei Carabinieri, parlando della ndrangheta e dei suoi riti ha avvertito come “Non dobbiamo lasciarci fuorviare dall’arcaicità di alcuni rituali, formule e comportamenti, che sconfinano nel folklore, perché questi rappresentano il fondamento dell’ordinamento giuridico della ‘ndrangheta, sono al tempo stesso la sua “base storico-ideologica” e la sua forza, che hanno fatto sì che essa si sia diffusa nel mondo, conquistando la primazia in settori criminali lucrosissimi come il grande traffico internazionale degli stupefacenti” In quanto “Le più recenti attività di contrasto condotte in direzione della ‘ndrangheta hanno complessivamente evidenziato l’evoluzione qualitativa della matrice criminale, facendo emergere un inedito assetto unitario non solo dell’organizzazione operante in Calabria, ma anche la riconducibilità ad esso delle articolazioni insediate in altre aree del nord Italia e all’estero, secondo i tradizionali schemi che replicano il modello reggino e alla cui struttura di vertice gli associati, sparsi nelle formazioni di tutto il mondo, rispondono”.
Soffermandosi poi sulle varie articolazioni della malavita calabrese, l’ex numero uno dell’Arma reggina, rilevando come l’operazione Crimine, definita dallo stesso come “pietra angolare sulla quale poggiare tutte le altre investigazioni”, ha individuato nelle Francia, nella Germania e nell’Australia tra i Paesi stranieri con il maggior tasso di infiltrazione ndranghetista, desta stupore come un paese che si trova dall’altra parte del mondo “ha subito una silenziosa ma capillare infiltrazione, essendo divisa in zone d’influenza paragonabili alle odierne province di Reggio Calabria”.
Concludendo il suo lungo intervento, il Colonnello Pasquale Angelosanto, il quale durante la sua permanenza al Comando provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria ha fatto eseguire 3.200 arresti, ha dettato le linee guida per sconfiggere la ndrangheta ossia: disarticolazione delle componenti militari delle cosche che operano sul territorio; interruzione delle attività delittuose che determinano l’arricchimento primario, in primis traffico internazionale di stupefacenti e di armi; individuazione delle ricchezze e dei patrimoni, puntando alla loro confisca.
Angelosanto detta anche una strategia che possa consentire un più efficace contrasto globale ritenendo fondamentale “nell’alveo della cooperazione di polizia e giudiziaria, puntare: alla localizzazione delle presenze mafiose qualificate, che risultano stanziali su quei territori; all’accertamento delle loro dinamiche criminali interne, dei rapporti e delle cointeressenze con le cosche e le strutture di vertice calabresi; all’individuazione delle infiltrazioni raggiunte nel sistema economico legale (con attività economiche lecite) e nel tessuto amministrativo e istituzionale”
Redazione online