Violenza sulle donne – la storia di Maria Antonietta Rositani, bruciata dall’ex e rinata grazie alle terapie

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In occasione della giornata contro la violenza sulle donne, la storia di Maria Antonietta Rositani, bruciata dall’ex marito nel 2019 e oggi rinata grazie alla medicine e terapie.

Era il marzo 2019 quando Maria Antonietta Rositani riuscì a scampare al tentato omicidio da parte dell’ex marito che le diede fuoco a Reggio Calabria.

Si trovava in auto con il proprio cagnolino quando Ciro Russo, 49enne di Ercolano, che era evaso dai domiciliari, le si presentò accanto per ucciderla. Dopo averle versato addosso della benzina, le diede fuoco, dicendole: “muori”.

Maria Antonietta uscì dall’auto in fiamme, non riuscì a salvare il suo cagnolino, ma la forza di volontà la portò a gettarsi in una pozzanghera cercando di spegnere il fuoco che l’aveva avvolta.

Sopravvissuta, riportò ustioni sul 75% del corpo e trascorse 20 mesi in ospedale tra terapia intensiva e decine di interventi chirurgici. Adesso dopo 5 anni da quel maledetto giorno e grazie ad un percorso per le cicatrici da ustione con Biodermogenesi, metodologia 100% made in Italy per la rigenerazione dei tessuti cutanei, un progetto che interessa le donne donne che riportano segni di un trauma, cicatrici, ustioni, Maria Antonietta Rositani sembra essere rinata.

A seguire la donna, in questo percorso specifico, il Dottor Busoni ed il Dottore Salvatore Marafioti, di Taurianova, chirurgo generale estetico e senologo, che ha spiegato più nel dettaglio il caso della donna.

Il caso della Signora Rositani è stato, ed è un caso molto complesso, che ha comportato un grande impegno, poiché la donna ha riportato un’alta percentuale di ustioni. Durante i trattamenti abbiamo voluto documentare le tre fasi delle cure: iniziale, intermedia e finale, e abbiamo notato che dopo poche sedute con Biodermogenesi la paziente presentava una maggiore elasticità cutanea con un notevole beneficio nel movimento degli arti. Il miglioramento ha interessato non solo la motilità, ma anche la texture della pelle che si presentava con più colore, lucente e morbida. In sostanza è stato ottenuto un miglioramento funzionale del tessuto ustionato, con una progressiva riduzione delle fibrosi e un ammorbidimento del tessuto cutaneo. È stato un grande risultato perché nella signora Rositani, la fibrosi era estesa e molto profonda, e tutto ciò andava ad incidere sull’attività muscolare delle gambe. Inoltre, è stato rilevato un miglioramento in tutti gli strati della pelle. In alcune parti abbiamo appurato la diminuzione della fibrosi, in altre la totale scomparsa”.

Maria Antonietta Rositani è una delle tante donne vittime di violenza che, grazie al progetto RigeneraDerma hanno potuto intraprendere un percorso di terapie, erogate interamente pro bono nei centri con metodologia Biodermogenesi che aderiscono all’iniziativa su tutto il territorio nazionale.

Impegnata attivamente nella lotta contro la violenza verso le donne, la signora Rositani, ha presentato quest’anno il suo libro “Io non muoio”, una storia di rinascita in cui racconta il percorso di dolore e rinascita che ha affrontato dopo il tentato femminicidio. Un libro che ha la scopo di aiutare le donne a trovare la forza e il coraggio di denunciare, di non avere paura e di dire basta, “perché dalle ceneri si può rinascere”.

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